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Belfor, guai giudiziari in vista per gli assicurati compiacenti

Quelli ritenuti compiacenti dovranno rispondere di truffa per aver concordato danni inesistenti o maggiorati con l’ispettore sinistri della Mobiliare a processo

Di Marino Molinaro

Rischiano condanne penali per truffa avendo intascato più del dovuto grazie all’ispettore sinistri della Mobiliare a processo. Idem il titolare di un’importante ditta che ricicla rifiuti.

Come una slavina che lungo il suo percorso raccoglie altra neve finendo per devastare tutto quanto, il caso Belfor approdato questa settimana in tribunale è destinato a sfociare in altre condanne per truffa assicurativa a carico di decine di persone. Parliamo dei clienti privati della Mobiliare di Bellinzona che negli anni scorsi sono incappati nell’ex ispettore sinistri arrestato nella primavera 2023 insieme agli altri otto coimputati e comparso lunedì con loro alla sbarra per rispondere, nel suo caso, di truffa per mestiere, falsità in documenti, amministrazione infedele, corruzione passiva e appropriazione indebita. Stando alla richiesta di pena formulata dalla procuratrice Chiara Borelli rischia 4 anni e 6 mesi di carcere, mentre la difesa ha chiesto una pena non superiore ai 3 anni e al massimo sei mesi da scontare in carcere.

Nel suo caso i rami dell’inchiesta sono due. Il primo riguarda i suoi rapporti intercorsi per oltre dieci anni con la ditta Belfor di Lumino, specializzata in ripristini edilizi post sinistri, e con la Sublimity di Lugano, società controllata dal direttore Belfor, e due collaboratori della stessa e che all’occorrenza metteva a disposizione di Belfor operai fittizi così da intascare da alcune assicurazioni e suddividere fra i vari imputati la partemaggiorata di liquidazioni. In questo primo ramo l’ingranaggio ben oliato ha permesso all’ispettore sinistri – che dalla Mobiliare di Bellinzona percepiva un salario mensile di 12mila franchi mentre oggi, ormai licenziato, ha dovuto ripiegare su un’occupazione che gliene garantisce un terzo – di incassare illecitamente 285mila franchi.

Fifty fifty e tutti contenti

Il secondo ramo dell’inchiesta che lo riguarda – al centro di questo articolo– raggiunge un totale di incassi illeciti pari a 92mila franchi nel capitolo ‘truffa per mestiere’ e a 152mila franchi nel capitolo ‘amministrazione infedele’. Una sessantina di episodi in totale. Somme che sono il risultato degli accordi illeciti da lui conclusi con clienti privati compiacenti e a suo tempo tacitati dalla Mobiliare di Bellinzona, la quale ora potrebbe peraltro chiedere la restituzione del maltolto. Clienti che in occasione di sinistri in parte reali e in parte inventati restituivano all’ispettore assicurativo da un terzo fino alla metà delle fatturazioni o sovrafatturazioni da lui orchestrate, mentre la parte rimanente se la tenevano loro. Accordo di ferro e tutti contenti ma non la compagnia assicurativa che, scoperto il danno quando l’inchiesta è partita nella primavera 2023, lo ha licenziato in tronco esigendo anche la restituzione del maltolto. La pp Borelli si occuperà dei clienti compiacenti non appena evaso il giudizio di fronte alle Assise criminali. Alla voce ‘truffa per mestiere’, fra i clienti compiacenti dell’ispettore sinistri troviamo, oltre a suoi familiari, i titolari di un garage di Rueun nei Grigioni (falso danno grandine) e di un garage di Osogna (danno parcheggio il cui introito è invece servito a pagare un cambio di pneumatici, più altri successivi sinistri); una donna che ha segnalato un danno al parquet mentre i 3’200 franchi incassati sono finiti nell’affitto; e un danno da parcheggio servito a un privato per saldare il leasing dell’auto. Spuntano anche quattro episodi relativi a una società di San Vittore attiva nel settore antichità: un danno al mobilio per 19mila franchi, un allagamento per 25mila franchi, un’infiltrazione acqua per 8’500 franchi, un altro episodio per 9’000, in tutti i casi per metà intascati dall’ispettore assicurativo. Coinvolto in due occasioni anche uno studio tecnico di Sementina. Ma non mancano episodi più banali, come lo smarrimento di un ciondolo (mai avvenuto) fruttato 2’300 franchi.

Dove finiva il denaro

Alla voce ‘amministrazione infedele’ emergono otto versamenti sul conto della madre dell’ispettore assicurativo, come ad esempio 8’000 franchi derivanti da una sua caduta, importo poi parzialmente finito sul conto di una terza persona; più parecchi casi bagatella come apparecchiature elettriche fulminate, apparecchi acustici rovinatisi, danni pittore, finiture sistemi costruttivi, riparazione recinzione. In diverse occasioni i soldi sono finiti direttamente sulla carta di credito dell’ispettore: quattro volte per sinistri di terzi; dieci volte per sinistri o presunti tali subiti dall’ispettore stesso come ad esempio infiltrazione tetto, danni locatori e altro ancora; tre volte per sinistri annunciati dal fratello dell’ispettore; tre volte a beneficiarne è stato un club di pattinaggio che ha incassato cifre relative a sinistri di terzi; in otto casi e per complessivi 28mila franchi sono stati gli Istituti sociali di Lugano (casa anziani dov’era alloggiata la madre dell’ispettore) a ricevere sui loro conti cifre inerenti a sinistri di terzi. Pure citati altri clienti già contemplati nella truffa.

Inchiesta sulla ditta che ricicla i rifiuti

Guai giudiziari in vista anche per il titolare di una ditta del Mendrisiotto che ritira da parecchi comuni ticinesi (anche Bellinzona) materiali riciclabili come plastiche, metalli, vetro, legname, carta e rifiuti speciali. L’attività si è consolidata quando ha attivato l’unico impianto del cantone in grado di selezionare e recuperare le plastiche domestiche, trattenendole qui anziché destinarle a ditte analoghe d’Oltralpe. Nell’atto d’accusa si legge che i vertici regionali di Belfor (i due fratelli a processo in questi giorni) si sono accordati col presidente della ditta del Mendrisiotto per aumentare del 20% le fatture di quest’ultima, ripartendosi così il ricavato di 74mila franchi. I tre hanno pure concordato di emettere ordini fittizi pari a 21mila franchi in relazione a un progetto che riguardava una ditta di Preonzo leader nella produzione di bottiglie in Pet. Totale del raggiro 95mila franchi. Stando a nostre informazioni, a carico del presidente della ditta del Mendrisiotto la Procura procederà in via ordinaria: ossia atto d’accusa e processo davanti alle Assise correzionali, probabilmente con rito abbreviato e accordo sulla pena avendo il diretto interessatoammesso i fatti quando era stato interrogato nel ramo principale dell’inchiesta.

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