Kursaal di Locarno, raddoppia la ‘vincita’
Non 5, ma 10 milioni potrebbero arrivare da Lugano grazie all’accordo ‘Accento’
Di Davide Martinoni
L’accordo Accento fra Lugano e Locarno potrebbe portare nelle casse della Kursaal locarnese e delle Fondazioni Cultura e Turismo non solo i 5 milioni di franchi circa calcolati per gli anni dal 2002 al 2005, ma addirittura una cifra vicina al doppio, sui 10 milioni: questo perché gli stessi principi applicati per il primo quadriennio devono per forza valere anche per gli anni seguenti, dal 2006 al 2022, quindi fino alla scadenza del periodo di concessione federale per le case da gioco. Ciò porterebbe un tesoretto salvifico, che permetterebbe anche di affrontare con altro spirito e altre prospettive il progetto di completa ristrutturazione dello stabile del Teatro, quantificato in oltre 25 milioni di franchi.
È vero che la vicenda è ancora sub judice del Tribunale federale, ma le possibilità che questo cambi le carte in tavola appaiono pressoché nulle.
Aiuto promesso e poi rimangiato
L’Accento era una sorta di patto di mutua assistenza stretto nel maggio del 2001 fra la allora Casinò Kursaal Locarno Sa (ora Kursaal Locarno Sa, proprietaria dello stabile con Teatro e Casinò in Largo Zorzi) e la Società del Teatro e Casinò Kursaal Sa di Lugano (oggi Casinò Lugano Sa). Il contesto era quello che precedeva il rilascio delle concessioni federali per le case da gioco. Se una delle due avesse ottenuto una concessione di tipo A e l’altra una di tipo B, la prima si impegnava a versare qualcosa alla seconda in base a un calcolo abbastanza complesso, ma riassumibile nel 25% dell’utile netto più lo 0,65% degli incassi netti. Nei fatti, Lugano, con la sua concessione di tipo A, si era ritrovata nella posizione di dover onorare i suoi impegni con Locarno. Tuttavia, gli accordi possono anche non essere osservati; o così almeno avevano pensato in riva al Ceresio. Ne era nata una lunga e complessa diatriba legale, arrivata già una volta fino al Tribunale federale e attorcigliatasi su se stessa in un primo momento per le difficoltà nell’ottenimento, da parte della Casinò Lugano Sa, della documentazione contabile necessaria per effettuare i calcoli sul dovuto. Infine, si è dunque arrivati alla sentenza della seconda Camera civile del Tribunale di appello, la quale l’8 settembre ha dato soddisfazione a Locarno. Lo ha fatto statuendo che – contrariamente a quanto preteso da Lugano – le perdite conseguite dalla casa da gioco di Lugano negli anni precedenti ogni singolo anno non potevano essere computate nel calcolo delle compensazioni finanziarie a favore della Kursaal di Locarno per determinare il dovuto relativo al quadriennio 2002-2005. Facendo un passo indietro è utile ricordare che per calcolare quanto Lugano avrebbe dovuto riconoscere a Locarno anno per anno era stato incaricato un perito giudiziale. Questi riteneva che, per stabilire se ci fossero utili computabili nel calcolo, andassero detratte le perdite conseguite negli anni precedenti (diminuendo, di conseguenza, gli utili stessi). La Kursaal Locarno Sa aveva allora fatto notare non solo che ciò non veniva menzionato nell’accordo del 2001, ma anche che questo aspetto non era mai stato sollevato da Casinò Lugano Sa durante la procedura (tematica, questa, di primaria importanza in una causa civile come quella in esame).
‘Le perdite non computabili’
Scorrendo la sentenza, la seconda Camera civile del Tribunale di appello statuisce, al punto 16.1, che “la convenuta (Lugano, ndr) non ha preteso che, nell’ambito del calcolo delle ‘compensazioni finanziarie’ si dovesse eventualmente tener conto delle perdite conseguite negli anni precedenti, nel senso che le stesse dovessero essere riportate agli anni successivi sul rendimento minimo del 13% del capitale proprio”. Pertanto, “si può concludere che le parti, in assenza di contestazione, erano concordi nel ritenere che le eventuali pretese dell’attrice (Locarno, ndr) derivanti dai punti 4.1 e 4.3 della Convenzione dovessero essere calcolate sulla base dei rispettivi risultati annuali della convenuta, e che quest’ultima non aveva addotto la necessità di riportare gli anni successivi le perdite pregresse sul rendimento minimo del 13% del capitale proprio”. Per aggiungere, più sotto: “È indubbio che il perito giudiziario (...) non abbia reso una valutazione tecnico-contabile, bensì abbia fornito una vera e propria interpretazione degli accordi contrattuali (...)”. E ancora: “Accertato con ciò che il perito giudiziario aveva fornito solo una propria interpretazione degli accordi contrattuali, si deve concludere che la stessa, che costituisce così una sua semplice opinione personale, non è tale, dal punto di vista probatorio, da esplicare alcun effetto pratico e non è rilevante per l’esito della causa”.
Di conseguenza, “è a ragione che l’attrice (Locarno, ndr) ha rilevato che la contestazione della non-riportabilità delle perdite conseguite negli anni precedenti e la necessità di riportare agli anni successivi le perdite pregresse non erano state allegate in modo tempestivo e non potevano pertanto essere prese in considerazione nel giudizio”.
Sulla base di questa sentenza, difficilmente il Tribunale federale ribalterà la questione, anche perché Losanna interviene come ultima istanza solo in caso di arbitrio.
Stauffer: ‘Ce la giochiamo fino in fondo’
Che in effetti il bel tempo volga verso il Sopraceneri lo suggeriscono anche i toni del comunicato stampa emesso dalla Casinò Lugano dopo la sentenza della Corte di appello. “Quando, l’11 novembre 2002, il Consiglio federale attribuì la concessione A a Lugano e la concessione B a Locarno, l’accordo divenne attuale. Ma fu proprio la dirigenza di Lugano di allora a disconoscere l’intesa, contestandone la validità. Fu questa una scelta soprattutto politica, presa dalle stesse istanze che avevano sottoscritto l’accordo. Dal 2002 in avanti, e con l’avvio formale della causa nel 2006, furono dunque queste stesse istanze a voler determinare l’interpretazione dell’accordo e a generare il conflitto giudiziario. Le prime sentenze intervenute negli anni successivi hanno registrato e sviluppato le conseguenze di quelle decisioni”.
Oggi, conclude la Casinò Lugano, “a distanza di oltre vent’anni, il Casinò di Lugano si trova a gestire gli effetti di scelte politiche ed economiche che appartengono a un’altra epoca, a un’altra classe dirigente, che non ha contribuito a determinarle, ma le cui conseguenze saranno ovviamente gravose, sia per l’azienda che per i suoi azionisti”.
Al presidente della Casinò Lugano, Emanuele Stauffer, “laRegione” ha chiesto quindi il motivo, stando così le cose, di un ulteriore ricorso al Tribunale federale. Laconica la sua risposta: «Per andare comunque fino in fondo a un iter molto complesso, durato anni, con sentenze non sempre allineate. Quindi giocarsela fino alla fine, oltre che essere doveroso, ci sta».
PRIMA PAGINA
it-ch
2025-10-18T07:00:00.0000000Z
2025-10-18T07:00:00.0000000Z
https://epaper.laregione.ch/article/281629606486642
Regiopress SA
