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Non luogo a procedere per le 50 schede sparite

Dal procuratore generale un non luogo a procedere

Volatilizzato e non si sa per mano di chi. Questa la conclusione del procuratore generale sul caso del materiale di voto che doveva servire quale riserva in occasione delle elezioni di aprile.

Sparito nel nulla senza colpevole. Si è chiusa con decreto di non luogo a procedere per le ipotesi di reato di frode elettorale e incetta di voti, mosse contro ignoti, l’inchiesta del procuratore generale Andrea Pagani avviata la scorsa primavera per fare luce sull’ammanco di un mazzetto contenente 50 schede di riserva per il Municipio di Airolo eletto il 14 aprile. Lo comunica il sindaco Oscar Wolfisberg. Decreto che non individua alcuna responsabilità penale nelle due ditte coinvolte, nella cancelleria comunale e fra le locali autorità comunali. Ancora aperta per contro l’inchiesta sul broglio verificatosi ad Arbedo-Castione. Nelle sue cinque pagine il pg espone nel dettaglio quanto messo in campo dagli inquirenti per cercare di fare chiarezza sull’ammanco segnalato il 18 marzo da un delegato alle attività di spoglio dell’ufficio elettorale di Airolo. Ebbene, ripercorse tutte le fasi di gestione delle schede – dapprima la stampa eseguita dalla tipografia Dazzi di Chironico, poi l’invio tramite Dhl alla Koelliker Ag di Bioggio incaricata dell’imbustamento e dell’invio agli aventi diritto di voto tramite la Posta – la Polizia cantonale e il Ministero pubblico non hanno trovato il punto in cui si è verificato l’ammanco. Diversi gli operatori interrogati, ma niente. La procedura che figura nel decreto di abbandono è stata la seguente. Stampate 1’150 schede per il Municipio e altrettante per il Consiglio comunale, la tipografia le ha inviate alla Koelliker che ne ha spedite 974 agli aventi diritto di voto. Le restanti, non imbustate, sono state ritornate secondo accordi alla cancelleria comunale: 126 per il Municipio e 176 per il Cc. Le schede in esubero, come da prassi in tutti i Comuni in cui si svolgono delle elezioni, sono conservate sotto chiave nelle rispettive cancellerie allo scopo di consegnarle in sostituzione a cittadini che ne facciano richiesta in caso di voto errato, previa consegna della scheda con l’errore.

È stata la Koelliker a segnalare alla cancelleria l’ammanco del blocchetto. Attivatosi per una prima verifica, il Comune ha ottenuto da Koelliker e Dazzi l’assicurazione che la lavorazione da parte loro era avvenuta in maniera corretta. Sono dunque state decise tre misure a tutela della sicurezza dell’elezione: i lavori preparatori per la consegna delle schede votate sarebbero stati effettuati soltanto la domenica mattina elettorale del 14 aprile; la buca delle lettere contenente le buste di voto consegnate a mano o inviate per corrispondenza sarebbe stata svuotata ogni giorno alle ore 9 alla presenza della segretaria e di un delegato dell’ufficio elettorale; le buste ricevute sarebbero inoltre state numerate, firmate in doppio e depositate in un armadio chiuso della cancelleria, la cui chiave sarebbe stata a sua volta conservata in un tiretto accessibile unicamente alle due impiegate della cancelleria. Interrogato, un titolare della tipografia ha dichiarato di aver stampato 1’350 schede per il Municipio e altrettante per il Cc. Duecento in più di quanto richiesto dal Comune. Come mai? Nel decreto si legge che il numero superiore “sarebbe prassi e servirebbe a ovviare a eventuali problemi (ad esempio danneggiamento in fase di taglio e piegatura) senza necessità di dover riprogrammare le macchine di stampa. La prassi sarebbe nota alle autorità di vigilanza che, per questo motivo, forniscono le necessarie indicazioni per l’eliminazione delle schede in esubero”. Per ulteriore verifica sono stati reperiti i dati relativi al peso delle scatole inviate alla Koelliker: “L’addetto della tipografia ha dichiarato che la differenza di circa 400 grammi potrebbe in effetti corrispondere a 50 schede elettorali che sarebbero dunque potute mancare nel pacco inviato a Koelliker”. In ditta “anche dopo verifica non è tuttavia stato trovato alcun mazzetto”.

‘Errore umano o di un macchinario’

In conclusione, scrive il pg Pagani, dalle dichiarazioni delle persone coinvolte nel processo di stampa, imbustamento e invio delle schede non sono emersi elementi che indichino che qualcuno abbia sottratto le schede per commettere una frode elettorale, né vi sono indizi in merito ad altri elementi di reato, apparendo la mancanza di schede semmai riconducibile a un errore dell’uomo o di un macchinario, senza che sia del resto possibile accertare a che stadio esso possa essere intervenuto. La denuncia cade pertanto nel vuoto, in quanto non si sono corroborati indizi di reato tali da giustificare la promozione dell’accusa”. Fine del caso Airolo.

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2024-10-28T07:00:00.0000000Z

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