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Nodo intermodale, a Muralto è referendum

Indigesta al ‘Salva viale Cattori’ la soluzione avallata dal Gran Consiglio

di Davide Martinoni

Una domanda di referendum per dire no ai 250 bus al giorno che circolerebbero su viale Cattori, e bloccare la spesa complessiva di quasi 17 milioni votata dal Gran Consiglio per realizzare un nodo intermodale che viene definito “uno scempio urbanistico”. Insomma, un diniego su tutta la linea a “un intervento privo del consenso popolare, che nasce monco (manca il sottopasso), che deturperà il Lungolago e che è sorretto dalla sola fretta di aprire il cantiere”.

Dopo un paio di settimane di riflessione il comitato “Salva viale Cattori” – già promotore dell’omonima petizione che aveva raccolto oltre 4’000 firme – ha dunque deciso di lanciare il referendum contro l’approvazione, da parte del Gran Consiglio (avvenuta il 17 settembre) del messaggio governativo per lo stanziamento di un credito complessivo di quasi 17 milioni di franchi per la riorganizzazione del nodo intermodale alla stazione Ffs di Muralto e la sistemazione dell’area. Per portare in porto la domanda di referendum e mandare la popolazione ticinese alle urne serviranno 7’000 firme di cittadine e cittadini con diritto di voto nel Cantone. Esse andranno raccolte entro il 18 novembre. Il formulario, indicano i promotori, si può scaricare dal sito www.salvavialecattori.ch .

‘Variante altamente penalizzante’

La variante di base votata dal parlamento, scrive il comitato, è “altamente penalizzante e degradante per il vivace comparto, affacciato sul Lungolago, che gravita attorno a viale Cattori: un caratteristico ‘boulevard’ di quartiere, quest’ultimo – pavimentato in porfido rosa e fiancheggiato da ristoranti, caffè, residenze, negozi e commerci – che si ritroverebbe declassato a mera via di scorrimento per almeno 250 bus al giorno (uno ogni 2-3 minuti), alcuni della lunghezza di ben 18 metri, in provenienza dal Debarcadero-Lungolago”. Il progetto “deteriorerà non solo parte del Lungolago locarnese e il vivace quartiere socio-commerciale e turistico retrostante che gravita attorno a viale Cattori, ma incrementerà anche il traffico veicolare nelle zone più sensibili del Comune di Muralto (scuole, asilo, centro civico, chiesa)”.

Stando al comitato, “i quasi 17 milioni stanziati in gran velocità dal Gran Consiglio possono essere spesi in modo decisamente migliore e non buttati via, soprattutto in questo momento di difficoltà per le finanze cantonali, per un progetto del tutto avventato e osteggiato dalla cittadinanza”. Servono “soluzioni più lungimiranti, capaci di raccogliere il consenso popolare e, soprattutto, comprensive anche della realizzazione immediata di un sottopasso pedonale, opera assolutamente imprescindibile per garantire la sicurezza dell’utenza e una viabilità stradale scorrevole”.

‘Serve una riqualifica, ma non così’

Il comitato referendario si dice comunque “consapevole dell’importanza di realizzare il nodo intermodale in stazione”, che è considerato “intervento di valenza regionale che permetterà di riqualificare l’intera area, unica piazza nel Comune di Muralto”.

In ogni caso “la messa in atto di quest’opera non deve assolutamente avvenire a discapito di una pregiata porzione del territorio urbano situata a ridosso del Lungolago locarnese quale è viale Cattori con le sue adiacenze: un’area centrale dell’agglomerato che sarebbe semmai meritevole di ulteriore valorizzazione e promozione quale zona d’incontro, di svago e di attrattività turistico-commerciale. Aspetti, tutti questi, che costituivano il fulcro della petizione, ma che non sono stati neppur minimamente considerati nel corso del dibattito parlamentare”.

In Gran Consiglio il tema della petizione era stato archiviato troppo in fretta, secondo il comitato promotore; poi “la discussione si era focalizzata unicamente sull’emendamento presentato dall’Udc a favore dello stanziamento di un credito supplementare di 5,5 milioni per completare il progetto del Dipartimento del Territorio con la costruzione di un sottopasso pedonale. Emendamento purtroppo bocciato”. Il sottopasso è considerato “assolutamente indispensabile nell’area della stazione”. In questo senso, parallelamente alla petizione, il comitato aveva anche proposto al Cantone di approfondire – quale alternativa alla variante del messaggio governativo – una soluzione in grado sia di evitare il passaggio dei bus su viale Cattori sia, nel contempo, comprensiva di un sottopasso pedonale; il tutto “ripescando un progetto scartato al momento del concorso di progettazione del 2016 per la realizzazione del nodo intermodale. Variante che però, anche questa volta, è stata silurata e subito rimessa nel cassetto dai tecnici cantonali, senza peraltro fornire spiegazioni e giustificazioni riguardo ai perché di una sua eventuale inattuabilità”.

‘Un progetto imposto dall’alto’

Viene in seguito ribadito che il progetto votato dal parlamento “è completamente scriteriato dal profilo socio-urbanistico e, soprattutto, assolutamente privo di quel consenso popolare (oltre 4’000 firme lo evidenziano in modo palese!) del quale un intervento di tale portata dovrebbe beneficiare. Mancanza di un consenso già emersa al momento in cui si era iniziato a parlarne (nel 2019-20)”. Dopodiché, archiviati alcuni ricorsi e un primo referendum, Zali aveva fermato tutto (2021) nell’intento di trovare alternative condivisibili. “Alternative che la sciagurata gestione della politica muraltese non è purtroppo stata in grado di avallare”.

‘Peccato, ennesimo rallentamento’

“Preoccupazione per l’ennesimo rallentamento a un progetto che è auspicato da anni e che è reputato fondamentale sia per la viabilità multimodale del Locarnese, che ha bisogno in modo urgente di un nodo efficiente e funzionale, sia per la valorizzazione di un comparto strategico qual è la stazione Ffs di Muralto, porta d’entrata del Locarnese non solo per i pendolari, ma anche per i turisti”. È la reazione a caldo della Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese e Vallemaggia (Cit), secondo cui “la realizzazione dell’opera è stata approvata quasi all’unanimità da parte del Gran Consiglio, ed è frutto di oltre un decennio di intensi lavori, svolti in stretta collaborazione con il Comune e il Cantone, e che hanno portato a un progetto sostenuto anche da parte della Cit. Sono inoltre state approfondite a più riprese eventuali varianti alternative – sia durante la fase iniziale (vedasi mandati di studio in parallelo e studio di varianti), sia ancora, negli ultimi anni, con ulteriori analisi puntuali – le quali però non hanno mai permesso di identificare soluzioni alternative condivise”. Insomma, per la Cit “il progetto approvato dal parlamento cantonale è quello che meglio risponde alle esigenze non solo del comparto, ma di tutto il Locarnese, per dare risposte concrete e funzionali alle esigenze di viabilità e di valorizzazione urbanistica del comparto”.

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