Sede dei guardacaccia: Berna boccia quella prevista a Gudo
Il Cantone ha nel frattempo individuato a Giubiasco un sito alternativo e conferma la bonifica ambientale prevista a Gudo eliminando le infrastrutture fatiscenti
Per motivi di natura ambientale. Perciò il Dipartimento del territorio e la Sezione della logistica (Dfe) hanno dovuto cercare altrove un’alternativa, trovata infine a Giubiasco.
Non è passato inosservato a Berna il progetto del Dipartimento del territorio volto a valorizzare dal punto di vista ambientale e infrastrutturale l’area del Demanio cantonale di Gudo fino a poco tempo fa sede del Servizio di guardacaccia e pesca incaricato di molteplici attività come il controllo e gestione della selvaggina e l’organizzazione degli esami per le patenti e di incontri formativi e divulgativi rivolti agli appassionati di attività venatorie e ittiche. L’area, dotata di infrastrutture fuori terra ormai fatiscenti che il Dt intendeva sostituire con delle nuove, costeggia il grande stagno protetto. E proprio il côté naturalistico è risultato d’impiccio alle mire cantonali, fra l’altro avallate due anni fa dal Gran Consiglio che aveva stanziato un credito di 4,45 milioni da destinare all’intero progetto. Emerge infatti solo ora che l’Ufficio federale dell’ambiente si è messo di traverso contestando, in quella zona di pregio, l’edificazione di un nuovo stabile multifunzionale dotato di locali formativi in grado di accogliere fino a 50 persone e spazi a supporto del Parco del Piano di Magadino. Perciò, di fronte alle obiezioni di Berna, il Dt e la Sezione della logistica (Dfe) hanno desistito e deciso di dividere in due il progetto in zona Demanio (dove si procederà unicamente allo smantellamento delle vecchie strutture e alla valorizzazione naturalistica dell’area) avviando nel Bellinzonese la ricerca di una soluzione alternativa. Nel frattempo il Servizio di guardacaccia e pesca ha lasciato Gudo trasferendosi, come già previsto, nella sede provvisoria ricavata in zona artigianale a Giubiasco occupando gli spazi lasciati liberi dall’Ufficio della geomatica. Spesa per l’adeguamento, 180mila franchi come da messaggio governativo votato dal Parlamento nel 2022. Pure avviata la ricerca della sede definitiva che potrebbe sorgere sempre a Giubiasco fra il piccolo campo di calcio e l’autostrada su un mappale del Demanio usato attualmente dalla Security Dog School K9. Scuola per la quale è in corso la ricerca di un’alternativa in zona (vicinanza svincolo di Camorino) che le permetta di proseguire l’attività. Lo sdoppiamento del progetto di Gudo interessa peraltro la Commissione della gestione del Gran Consiglio, chiamata a verificare l’eventuale scostamento in materia di investimento finanziario visto che per la struttura il messaggio governativo destinava 3,5 dei 4,45 milioni totali.
I dettagli della riqualifica
La vecchia sede di Gudo, in origine usata per l’allevamento di fagiani e lepri, sarà in ogni caso demolita. L’area interessata dalla riqualifica (costo previsto 470mila franchi) si trova all’interno di un’ampia particella di 56 ettari e comprende dieci fra edifici, voliere e depositi realizzati in periodi diversi, con differenti materiali e tipi di costruzione (amianto compreso), parzialmente in modo provvisorio e con pochi mezzi. La riqualifica mira a tutelare e valorizzare i biotopi e gli spazi vitali di specie importanti per la biodiversità presenti: saranno eliminate le neofite invasive e le specie infestanti, ripristinati gli ambienti palustri tipici e si favorirà la flora caratteristica e le specie palustri, come pure gli ambienti favorevoli alla fauna (avifauna, anfibi, rettili, invertebrati). Infine sarà interrata la linea elettrica che attraversa il sedime nella parte nord, saranno prolungate le lanche già presenti per garantire una zona di passaggio sicura al bestiame al pascolo, realizzate rive a pendenza dolce sul lato est del laghetto utilizzando il materiale derivante dallo scavo delle lanche. A un nuovo canneto saranno infine affiancati alberi da frutta, siepi e boschetti. Non interessate dall’intervento, invece, le vicine voliere gestite dalla Fondazione Diamante.
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