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Richiedenti l’asilo, la politica interroga

Mentre il Plr Alessandro Speziali ragiona sul tema dell’ubicazione dei centri d’accoglienza, il leghista Omar Balli mette in croce la Croce Rossa

Di Davide Martinoni

Omar Balli (Lega) che chiede se non sia il caso di esautorare o quantomeno richiamare all’ordine Croce Rossa, mentre Alessandro Speziali (Plr) si preoccupa piuttosto per il decoro e l’immagine turistica di Città Vecchia. Sono i messaggi veicolati dai due atti parlamentari usciti dopo il lancio della petizione contro la presenza di richiedenti l’asilo nel nucleo storico di Locarno. La petizione è stata promossa da un esercente e sta raccogliendo parecchi consensi fra colleghi commercianti e residenti. Sostanzialmente, denuncia episodi quotidiani di disordine e degrado causati da alcuni ospiti di una pensione e si rivolge al Municipio con tre richieste: “Fornire risposte chiare e trasparenti ai cittadini e commercianti sui piani di gestione dei centri; adottare misure concrete e immediate per garantire sicurezza, ordine e qualità di vita nella Città Vecchia; e monitorare e rendere pubblici i risultati delle azioni intraprese”.

‘Tolleranza zero’

Recentemente, lo stesso Municipio aveva risposto a un’interrogazione sul tema inoltrata dal Plr Luca Panizzolo e che partiva dal ritrovamento, in un centro per richiedenti l’asilo, di refurtiva provento di un furto avvenuto in un esercizio pubblico; furto i cui autori erano stati colti in flagranza di reato. Fra l’altro, l’esecutivo ribadiva che “nessun episodio di illegalità verrà tollerato e tutti i casi analoghi saranno perseguiti con rigore, nel rispetto delle leggi ma anche della sicurezza collettiva”; rassicurava sul fatto che “nei centri d’accoglienza controlli vengono effettuati con regolarità, coordinati fra Polcom, Polcantonale, Udsc e strutture di gestione”; ribadiva che “sono in atto protocolli consolidati che prevedono ispezioni a campione e controlli mirati su segnalazione, anche nelle ore notturne”; e annunciava di avere “disposto un potenziamento del monitoraggio nelle aree pubbliche limitrofe ai centri, al fine di rafforzare la percezione di sicurezza e la presenza visibile delle forze dell’ordine”, visto che “la sicurezza dei cittadini resta una priorità assoluta e non negoziabile”.

Proseguendo, la Città ricordava che la procedura d’asilo è di competenza della Confederazione prima e del Cantone poi, e non è pertanto di competenza comunale introdurre eventuali “restrizioni di movimento notturno” agli ospiti come ventilato da Panizzolo. Questo, “indipendentemente dal fatto che una simile misura pare tuttavia eccessiva, sia per la portata che avrebbe sulla libertà personale dell’individuo, sia in relazione al fatto che nel caso di quanto accaduto a ottobre (il furto, ndr) si tratta di episodi isolati e non riconducibili a una situazione di emergenza o allarme generalizzato”.

Alle origini del problema

Quadro di allarme che è invece tracciato dalla petizione attualmente in corso e alla quale si riferiscono Balli e Speziali. Il primo riprende il testo dell’intervista (pubblicata su ‘laRegione’) alla direttrice di Croce Rossa svizzera sezione Sottoceneri, Debora Banchini Fersini, che rilevava le difficoltà oggettive di Croce Rossa nel gestire non certo i richiedenti nel loro insieme, quanto una esigua minoranza di richiedenti Nem (da “Non entrata in materia”). Si tratta di individui già colpiti da ordine di espulsione ma trattenuti in Svizzera perché quest’ordine non può essere reso, o non è ancora, operativo (e possono volerci anni). Banchini Fersini ricordava che i Nem, per legge, non possono lavorare, studiare o fare volontariato, né corsi di lingua, né stage, e finiscono spesso in situazioni di degrado psicofisico, già indotte da vissuti tragici e da un presente senza sbocchi.

Ciò, aggiungiamo noi, per precisa scelta della Confederazione, il cui obiettivo dichiarato è impedire loro di integrarsi. Ebbene, Balli, per il Gruppo della Lega dei Ticinesi, sorvola su qualsiasi riflessione e si limita a lanciare accuse di non ottemperanza del mandato a Croce Rossa, ipotizzandone l’esautorazione.

‘Turismo e attività economiche rischiano di pagare pegno’

Più strutturato è il pensiero di Speziali, che mette l’accento sul carattere residenziale, commerciale e turistico di Città Vecchia, notando che “episodi ripetuti di violenza, insicurezza e degrado rischiano di compromettere questa attrattiva, scoraggiare la clientela locale e turistica e mettere sotto pressione le attività economiche che contribuiscono al gettito fiscale e all’occupazione”. Considerando “evidente che l’accoglienza dei richiedenti l’asilo è un compito pubblico da svolgere nel rispetto della dignità delle persone e delle norme federali e cantonali”, il presidente cantonale Plr rileva che “la scelta delle localizzazioni, la gestione delle strutture e le misure di accompagnamento sociale e di sicurezza non possono limitarsi a una mera suddivisione numerica dei posti sul territorio, ma devono integrare anche una chiara valutazione di opportunità”. Il riferimento è al rispetto del contesto urbano, all’immagine turistica e all’attrattività dei luoghi, nonché alla volontà di essere “un Cantone al contempo accogliente e turistico, nel quale l’integrazione non avviene a scapito della qualità di vita e della sicurezza percepita da residenti, esercenti e ospiti”. Speziali chiede fra l’altro conto delle misure di accompagnamento e controllo previste per gli ospiti delle pensioni, si informa su eventuali correttivi specifici (limiti di capacità, cambi di profilo degli ospiti, rafforzamento della presenza educativa o di sicurezza) e sulle misure coordinate in atto fra Cantone, Città, polizie, Croce Rossa ed eventuali altri attori.

Il criterio dell’equilibrio sociale nella pianificazione delle strutture

Un’altra domanda riguarda proprio la scelta delle localizzazioni per le strutture di accoglienza. Infine, Speziali chiede al governo se ritenga “opportuno elaborare o aggiornare criteri cantonali che integrino in modo esplicito la dimensione dell’attrattiva turistica, dell’immagine del Cantone e dell’equilibrio sociale nella pianificazione e gestione delle strutture di accoglienza”; e se intenda “conciliare in modo coerente l’obiettivo di essere un Cantone accogliente – che adempie ai propri doveri in materia d’asilo – con l’obiettivo di rimanere e rafforzarsi come Cantone turistico, anche attraverso scelte di localizzazione che siano politicamente e socialmente opportune, oltre che tecnicamente possibili”.

LOCARNO E VALLI

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2025-12-02T08:00:00.0000000Z

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https://epaper.laregione.ch/article/281672556250578

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