laRegione

Finma e Procura sul progetto di 007

Sotto inchiesta per truffa i promotori del mega complesso residenziale da 60 milioni (con tunnel da James Bond) previsto in zona Fontana Martina

D.MAR.

Censure sollevate dalla Finma per decine di milioni di franchi raccolti senza le necessarie autorizzazioni, nonché un’inchiesta penale aperta dalla Procura di Zugo per truffa per mestiere. Sono le nubi che hanno offuscato la luminosità residua di un grande progetto immobiliare promosso in località Fontana Martina, a Ronco s/Ascona.

Del progetto “laRegione” aveva ampiamente riferito 3 anni fa, partendo dall’abbaglio in stile hollywoodiano del tunnel sotterraneo in stile James Bond che, secondo i promotori, serviva per raggiungere, da dentro la montagna, i parcheggi sotterranei destinati agli utenti del mega complesso residenziale. Abbarbicati alla montagna, senza accesso diretto se non la futuristica galleria, erano previsti fra i 24 e i 36 appartamenti e suites di lusso, pensati per accogliere pernottamenti paraalberghieri ed eventi esclusivi, sui quali gli investitori privati avrebbero potuto guadagnare rendimenti annui fino al 14%. Un aggiornamento significativo sul progetto è emerso lunedì a Falò (Rsi) che ha svelato il dietro le quinte di un’operazione di raccolta fondi per un’idea rivelatasi irrealizzabile dal profilo pianificatorio, il cui unico atto concreto è stato una domanda di costruzione preliminare (mai pubblicata) preavvisata negativamente dal Cantone.

La stessa matrice del ‘mega resort’ al Monte Brè

Il modello era lo stesso osservato qualche anno prima con il famoso “mega resort” al Monte Brè sopra Locarno: anche quello mai realizzato, ma capace di portare all’istituzione di una zona di pianificazione e poi a un cambiamento del Piano regolatore della zona montana. Nel caso di Ronco s/Ascona, Falò ha parlato di ingenti investimenti privati (per un progetto che doveva costare circa 60 milioni) tramite l’acquisto di azioni, partecipazioni e bond, nonché beni immobiliari già esistenti o progetti in evoluzione. Versamenti che erano proseguiti contro regolare corrispondenza degli interessi garantiti, fino all’agosto del 2024. Poi v’erano stati gli interventi della Finma e quello della Procura di Zugo, che aveva messo sotto indagine 10 società fra loro interconnesse, per il cui tramite sarebbero state raccolte decine di milioni di franchi senza le necessarie autorizzazioni. Promotore immobiliare è risultato essere il presidente di Cda della holding cui fanno capo le 10 società: è accusato, unitamente ad altre persone, di truffa per mestiere. All’uomo, domiciliato nel Locarnese dal 2022, sempre nell’agosto del ’24 era stata perquisita l’abitazione. Lui ha sempre respinto le accuse di aver assunto un comportamento penalmente rilevante.

Poco di concreto, solo ‘un’idea ispiratrice’

Quel che fa specie è la fiducia riposta dagli investitori non in un progetto concreto e magari dotato di licenza edilizia cresciuta in giudicato, ma in una semplice “idea ispiratrice” del progetto stesso. Un problema serio, come ha ricordato alla Rsi il sindaco stesso di Ronco s/Ascona, Paolo Senn, riguarda i limiti imposti alle zone edificabili dalle direttive cantonali e federali, visto che il Pr di Ronco è sovradimensionato. Ciononostante, gli investitori non erano stati informati di nulla in questo senso e avevano continuato a contribuire generosamente (si parla di versamenti individuali superiori ai 300mila franchi). Falò ha anche riferito del fallimento (maggio 2025) della società madre delle 10 finite sotto indagine e di due ulteriori tentativi di raggranellare soldi dagli investitori da parte dei promotori immobiliari, anche dopo l’intervento della Finma. In quelle circostanze l’obiettivo dichiarato era bypassare la promotrice commissariata (e impossibilitata a compiere atti giuridici) per entrare in una nuova fase di progetto. Il tutto incolpando la Finma per i ritardi nello sviluppo dell’investimento e chiedendo agli investitori di contribuire a coprire (con un minimo di 10mila franchi a testa) una parte dei costi della domanda di costruzione preliminare.

Più o meno la stessa trafila del progetto locarnese sarebbe stata seguita per un’altra iniziativa immobiliare da sogno, ma sull’isola greca di Mykonos. Anche in quel caso le tante promesse di resa facile si sono scontrate con la cruda realtà di un nulla di fatto.

LOCARNO E VALLI

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2025-12-12T08:00:00.0000000Z

2025-12-12T08:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281681146206087

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