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Vallemaggia, dieci milioni in più

Il Consiglio federale avvia la procedura di consultazione sul credito straordinario

Di David Leoni/Ats

Diciassette milioni di franchi. È l’ammontare complessivo dell’aiuto federale straordinario proposto dal Consiglio federale (che nel frattempo ha pure avviato la classica procedura di consultazione della relativa legge che si concluderà nel mese di marzo 2026) a favore dei Comuni ticinesi, grigionesi e vallesani duramente colpiti dal maltempo dello scorso anno, in giugno. Un importo straordinario che, come riferisce la nota Ats, va a beneficio di quei Comuni in cui i costi di ripristino superano i 1’500 franchi pro capite. La Confederazione si è presa a carico il 50% delle spese residue dopo la deduzione delle indennità ordinarie, delle prestazioni assicurative, delle donazioni e degli altri contributi. Questo contributo è però subordinato al fatto che anche i Cantoni partecipino con un importo equivalente. In base alle informazioni comunicate dai Cantoni interessati all’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), sono otto in totale i Comuni interessati.

Due si trovano in Ticino (Cevio e Lavizzara), due nei Grigioni (Lostallo e Soazza) e quattro in Vallese (Anniviers, Binn, Evolène e Grengiols). È tuttavia possibile che in un secondo momento si aggiungano o si rimuovano singole entità, per esempio in seguito a spese di ripristino o donazioni non ancora note. Dei 17 milioni di franchi che Berna prevede di stanziare, allo stadio attuale dieci sono destinati a Cevio e Lavizzara, due a Lostallo e Soazza e uno ai quattro Comuni vallesani. Quattro milioni sono contabilizzati come “riserva”. La stima delle spese è infatti anch’essa soggetta a incertezze. Il Vallese, per esempio, ha già fatto sapere di voler annunciare spese aggiuntive. Considerato il carico particolare sostenuto dai singoli Comuni, soprattutto in Vallemaggia, l’Esecutivo aveva incaricato il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec) di elaborare un progetto da porre in consultazione. La nuova regolamentazione copre le misure immediate e gli interventi necessari a mettere in sicurezza l’infrastruttura pubblica, con l’obiettivo di ripristinare la situazione precedente al maltempo. Restano esclusi dal sostegno i progetti successivi, come la realizzazione di nuove opere di protezione. In pratica, se gli interventi di ripristino portano a uno standard più elevato rispetto a quello precedente all’estate 2024, la parte dei lavori che costituisce tale miglioramento non sarà cofinanziata.

La nuova legge resterà in vigore fino al 31 dicembre 2031. Le richieste di sostegno dovranno essere presentate all’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam) entro il 31 dicembre 2030.

Reazioni positive ma con qualche riserva

Norman Gobbi, presidente del governo, a caldo così commenta la notizia: «Sostanzialmente positivo il fatto che c’è una proposta concreta del Consiglio federale sulla quale dovremo decidere nell’ambito della consultazione. D’altra parte lascia un po’ di amaro in bocca la tempistica, visto che le nostre richieste risalgono a un anno e mezzo fa. Diciamo quindi buono, anche se i tempi non sono propriamente quelli che ci immaginavamo. Anche l’importo stimato è un po’ sotto le prime indicazioni. Comunque ciò che conta è che il passo sia stato fatto – e questo non era affatto scontato – e che il documento posto in consultazione terrà conto pure dei consuntivi delle opere realizzate. Quindi non si ragionerà solo sul pro capite per abitante ma verranno considerati anche investimenti più rilevanti (penso ad esempio al ponte da ricostruire a Cevio). Nei prossimi mesi vedremo se i tre Cantoni, uniti, riusciranno a ottenere qualcosina in più da Berna».

Aron Piezzi, granconsigliere Plr valmaggese, saluta positivamente l’avvio della procedura di consultazione, sottolineando come «si tratti di un atto dovuto di aiuto da parte della Confederazione verso regioni duramente toccate dal maltempo che, senza queste forme di sostegno, non avrebbero i mezzi per risollevarsi. Mi auguro altresì che gli aiuti promessi non siano comunque destinati alla ricostruzione, tale e quale, delle opere pubbliche spazzate via dall’alluvione ma bensì che questi interventi siano frutto di approfondimenti e ragionamenti. Non avrebbe infatti alcun senso riproporre manufatti simili agli originali laddove sorgevano in precedenza. Occorrerà dunque tener presente questo aspetto, come fatto con il ponte di Visletto».

Simone Stoira, presidente dell’Ascovam (Associazione dei Comuni valmaggesi), definisce la notizia «sicuramente positiva perché va nella direzione auspicata. Come rappresentanti della Vallemaggia, ci prenderemo ora il tempo necessario per approfondire i contenuti della proposta».

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