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Valichi minori e migranti: ‘Promesse non mantenute’

Ladri di biciclette e assalitori di distributori di benzina sono al centro di alcune domande di Matteo Quadranti rivolte al Consiglio di Stato

C.C.

“Il numero di furti nel Mendrisiotto è in costante aumento”. Con questa affermazione il granconsigliere Matteo Quadranti vuole riportare al centro del dibattito i valichi doganali non presidiati. Insieme ad altri due liberali della regione, Gabriele Ponti e Andrea Rigamonti, in un’interrogazione rivolta al Consiglio di Stato sostiene che, “malgrado le promesse e studi per il futuro assetto della nostra polizia, si constata che il Dipartimento delle istituzioni non abbia colto pienamente quanto sta accadendo nel Mendrisiotto”. In particolare vengono segnalati due episodi di cronaca: “Ieri (14 novembre) è avvenuto un furto di bicicletta in pieno giorno nel centro di Chiasso da parte di un richiedente d’asilo”, il secondo è la rapina a un distributore di benzina avvenuta a Novazzano il primo novembre. In entrambi gli episodi, i ladri sono fuggiti in direzione sud.

I tre firmatari sostengono che “la popolazione è preoccupata anche riguardo alla nefasta decisione di aumentare il numero dei richiedenti d’asilo a Chiasso, senza controlli e con totale libertà di movimento. Ancora una volta segno di totale mancanza di solidarietà da parte di altre regioni e Cantoni nella gestione del tema”. Una delle soluzioni per diminuire questi crimini, per il terzetto momò in Gran Consiglio, sarebbe quella di introdurre “un meccanismo di sorveglianza h24 dei valichi minori, anche per il semplice fatto di poter allestire un posto di blocco o una chiusura temporanea tempestivamente non appena scattato un allarme rapina”.

Pertanto i tre chiedono al CdS se i “numerosi effettivi della Polizia cantonale su tutto il territorio possono essere distribuiti temporaneamente nella zona più a rischio, come il Mendrisiotto”, se “è stato sollecitato il Corpo delle guardie di confine per un potenziamento degli effettivi”; se non si “reputa che la sorveglianza h24 dei valichi sia un importante deterrente per la criminalità importata” e se “è ipotizzabile la chiusura notturna dei valichi minori, soprattutto nella zona con maggiori rischi di furti e rapine”.

CHIASSO

Richiedenti l’asilo verso via Soldini

“Il Mendrisiotto non ospita alcuna struttura cantonale d’alloggio collettivo”. Questo è uno dei motivi che ha portato il Consiglio di Stato (CdS) a scegliere la località del prossimo edificio che accoglierà i migranti. L’affermazione, estrapolata dalla risposta a un’interrogazione del granconsigliere Stefano Tonini, è stata corredata dai dati relativi alle altre regioni del Ticino: nel ‘Bellinzonese e Tre Valli’ ci sono otto strutture con 297 persone collocate; nel ‘Locarnese e Vallemaggia’ si contano 12 strutture con 309 migranti; nel Luganese sono 4 con 266 ospiti, mentre nel Mendrisiotto i luoghi gestiti dal Cantone sono, appunto, assenti.

Un luogo ‘con tutti i requisiti’

Fino al ventiquattresimo edificio, il Cantone “ha sempre tenuto in considerazione la posizione del Centro federale d’asilo (Cfa), facendo fino a oggi optare per l’utilizzo di strutture per la prima fase di integrazione esterne al Mendrisiotto”. Tuttavia, ora, “considerato l’elevato numero di attribuzioni”, l’unico stabile idoneo sembra essere quello di via Soldini. La scelta, secondo il CdS è dovuta a ragioni economiche e logistiche: “Rispetto alle soluzioni temporanee utilizzate in questa prima fase di emergenza, ora è importante riuscire a individuare soluzioni alloggiative che permettano al settore di contenere l’aumento dei costi”. Con il supporto della Sezione della logistica, il Cantone ha analizzato gli stabili di sua proprietà e le strutture prefabbricate non più utilizzate, idonee per lo scopo. Dopo diverse valutazioni “la struttura in via Soldini risulta essere l’ipotesi con il maggior grado di approfondimento”.

Il centro Calicantus come calamita

A far pendere la decisione finale verso Chiasso c’è anche il centro di socializzazione multiculturale ‘Calicantus’, inaugurato nell’autunno 2023. La vicinanza di questo spazio di 500 metri quadrati, dotato di un’area dedicata ai bambini e frutto di una collaborazione tra la Città e il Cantone – a cui ha aderito anche la Confederazione con un sostegno finanziario –, “permetterebbe alle persone di avere un luogo dove recarsi quotidianamente e nel quale è attivo personale specializzato in grado di cogliere i bisogni”. Non la pensa invece così Mendrisiotto Regione Aperta: in una missiva di agosto il co-coordinatore Willy Lubrini rimarcava che “fin da subito è stato escluso che la struttura possa essere utilizzata dai richiedenti l’asilo residenti nei centri”. Per l’Associazione “la decisione del CdS pare determinata unicamente dall’offerta di immobili a buon mercato nel territorio di Chiasso”.

Distribuzione non omogenea

Nell’introduzione alla risposta, il CdS ha precisato che “il Ticino non ha margini di manovra per quanto riguarda il processo di attribuzione, sia in termini numerici, sia di selezione delle persone”. Infatti, secondo un articolo di legge federale, “l’attribuzione ai Cantoni è proporzionale alla popolazione” e, sottolinea il Cds, “al Ticino spetta il 4% del totale nazionale”. Tuttavia, a livello cantonale il Ticino non ha una regola scritta per la suddivisione dei migranti all’interno del suo territorio. Chiasso si troverebbe con circa 500 migranti – 350 nel Cfa e 150 potenziali ospiti in via Soldini – presenti in città, nonostante altre regioni con una superficie maggiore e con più abitanti ospitano una quantità inferiore di migranti, pari quasi alla metà. Il CdS ribadisce di aver “chiesto più volte alla Segreteria di Stato della migrazione di tenere a debita considerazione la situazione particolare del Ticino, che ospita un Cfa”. Una ‘considerazione’ che ha fatto anche il Cantone, ma solo fino al momento della scelta della 25esima struttura. La decisione finale, comunque, non è stata ancora presa: al momento, la struttura di via Soldini è “l’unica che possiede tutti i requisiti”, ma il CdS sottolinea che è stata avviata una nuova “grida pubblica per la ricerca di spazi” a uso collettivo, e la valutazione di altre strutture è ancora in corso.

Le scuole non sarebbero sature

Un’altra preoccupazione di Tonini e dei cofirmatari riguarda il fatto che, se a Chiasso venissero alloggiate delle famiglie con bambini, il sistema scolastico locale potrebbe non essere pronto. Tuttavia, per il CdS, questo non rappresenta un problema: “Per evitare la saturazione dei posti disponibili nelle sedi scolastiche di Chiasso, il collocamento delle persone negli appartamenti in via Soldini avverrebbe in maniera graduale e scaglionata”. Inoltre, viene spiegato “che l’ubicazione di centri in zone periferiche come il centro collettivo di Cadro, può anche comportare l’individuazione di soluzioni di scolarizzazione su più sedi, per non gravare eccessivamente su unico istituto”.

MENDRISIOTTO

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2024-11-16T08:00:00.0000000Z

2024-11-16T08:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281689735346468

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