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Guess: ‘Disdette dopo assenze perduranti’. L’Ocst contesta

L’azienda: ‘Informazioni inesatte, disdette dopo perdurante assenza dei dipendenti’. Il sindacato: ‘La realtà è diversa, malattie giustificate’

di Dino Stevanovic

Botta e risposta fra l’azienda della moda e il sindacato riguardo ai controversi licenziamenti di una ventina di dipendenti che hanno segnalato una serie di presunte problematiche interne.

Non si placa il clamore relativo ai licenziamenti della ventina di dipendenti della Guess di Bioggio, dopo che hanno segnalato una serie di presunte problematiche sul posto di lavoro: dal mobbing a discriminazioni di vario genere, da ritorsioni a persino minacce. Stavolta è direttamente l’azienda attiva nel settore della moda a parlare, raccontando la propria versione dei fatti. Dichiarazioni parzialmente contestate dal sindacato Ocst.

IL MARCHIO

‘Disdette regolari’

Ma andiamo con ordine. A far sentire la propria voce, in principio, ieri è stata Guess che in una nota ha definito “incomplete e inesatte”, nonché “pubblicate senza alcuna preventiva verifica dei fatti con l’azienda stessa”, le informazioni riportate dalla stampa. Informazioni sulle quali, val la pena ribadirlo, ‘laRegione’ ha cercato a più riprese, ma invano, nei giorni scorsi un riscontro da parte del marchio.

In ogni caso, Guess sostiene di aver proceduto “immediatamente all’attenta verifica” delle segnalazioni che nel 2024 ha ricevuto da parte di “alcuni dipendenti” riguardo ad “asserite difficoltà legate alla condotta di un superiore”, ovvero un vicedirettore. “Sebbene l’azienda avesse comunicato ai dipendenti l’intenzione di adottare tutti i provvedimenti necessari – prosegue la nota –, a partire da metà giugno i dipendenti in questione non hanno più ripreso l’attività lavorativa”. E questo “nonostante l’effettiva assunzione dei predetti provvedimenti, compreso l’allontanamento definitivo del superiore”. Proprio questo sarebbe stato il casus belli che avrebbe portato ai licenziamenti: “Alla luce di questa perdurante assenza, l’azienda si è trovata nella condizione di dover riorganizzare il dipartimento a cui i dipendenti in questione appartenevano, ponendo nel contempo regolarmente fine – tramite disdetta ordinaria – ai loro rapporti di lavoro”. Da ultimo, Guess sottolinea di star valutando “ogni azione a tutela dei propri diritti, della propria immagine e onorabilità in tutte le sedi competenti”.

L’OCST

‘Superiore allontanato definitivamente? Si sa ora’

Una versione, come detto, contestata dall’Ocst. Secondo il sindacato l’azienda descriverebbe una «realtà diversa da quanto accaduto». «In primo luogo – ci dice il vicesegretario per il Luganese Paolo Coppi – le segnalazioni riguardo alla conduzione scorretta del team sono avvenute in un lasso di tempo molto più ampio e le ‘asserite difficoltà’ riguardavano situazioni e ambiti tanto delicati da necessitare di indagini tempestive. Affermare di aver gestito l’emergenza ‘immediatamente’ è quanto meno discutibile. Crediamo che la situazione sia diventata oggetto di attenzione da parte della direzione solo quando oggettivamente insanabile». Altro punto controverso, è quello legato allo status lavorativo del superiore. Secondo la versione dei dipendenti, questo sarebbe stato sospeso temporaneamente e poi addirittura reintegrato. L’azienda, nel comunicato, parla invece di un “allontanamento definitivo”. Coppi difende la versione dei collaboratori. «Nella delicata fase di verifica della veridicità dei gravi fatti segnalati, l’unico provvedimento che è stato comunicato alle persone coinvolte, è stata la sospensione temporanea del superiore e non il suo ‘definitivo allontanamento’, fatto di cui si prende atto solo ora». E siccome Guess spiega le disdette con le assenze dei dipendenti, Ocst le giustifica con una «inabilità per gravi motivi medici dovuta al fatto, gravissimo e puntuale, che, pur sospeso, il superiore si è presentato in azienda sfidando apertamente il team e generando in loro un senso di smarrimento. Non si sono sentiti tutelati dall’azienda e da quel momento si è persa la relazione fra le parti». Inoltre, «non stiamo parlando di una ‘perdurante assenza’: diventa tale nel momento in cui l’azienda segnala al collaboratore di rientrare al lavoro. Invece, sempre secondo le testimonianze, ai dipendenti sono stati bloccati gli accessi e gli account aziendali. L’azienda avrebbe potuto richiamare i dipendenti uno a uno e spiegar loro che desideravano allontanare a tempo indeterminato questa persona e chiedere loro di rientrare. Questa comunicazione non è mai avvenuta».

‘Si può ricomporre, ma...’

E, a proposito di comunicazione, l’Ocst precisa che il team di dipendenti «ha appreso solo ora che il motivo delle disdette, singole e ordinarie, è per ragioni organizzative. Quando avrebbero segnalato ai collaboratori questa necessità? Come sono stati coinvolti nelle valutazioni? Sono state compiute le eventuali riflessioni sulle procedure in caso di licenziamento collettivo?». Coppi infine, ritenendo «lodevole» l’intenzione di voler chiarire di Guess, si dice fiducioso che «seppur estremamente compromessa, la situazione si possa ancora ricomporre. Ma per chiarirsi bisogna parlarsi».

Vedremo se la vicenda, che ha già sollevato anche un’interrogazione al Consiglio di Stato, riuscirà a essere chiarita definitivamente ed, eventualmente, a risolversi.

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2024-10-19T07:00:00.0000000Z

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