Costellazione Marriott per il Grand Hotel
L’Albergo dell’Artisa Group riaprirà come cinque stelle nel 2027. La gestione alla Arabella Hospitality. La Stan, nel frattempo, non molla sulle varianti
D.L.
Arabella Hospitality Se e Art Family Office Sa saranno i due attori che daranno nuova vita al Grand Hotel Locarno una volta ultimati gli importanti lavori di restauro e ammodernamento, rivitalizzando il patrimonio culturale del Ticino. Lo si apprende da un comunicato stampa nel quale Arabella Hospitality Se annuncia la sua collaborazione con Art Family Office Sa per dare slancio allo storico e prestigioso edificio. L’immobile, bene protetto, è come noto di proprietà di Art Family Office Sa (Family Office della famiglia Artioli) che l’ha rilevato con l’obiettivo di rilanciarlo. La sua ristrutturazione è stata affidata ad Artisa Group, società svizzera attiva nel settore dello sviluppo immobiliare e guidata da Alain Artioli.
L’albergo tradizionale del XIX secolo, un tempo uno dei Grand Hotel più rinomati del Ticino, riaprirà come hotel a cinque stelle a marchio Marriott Luxury Collection con Arabella Hospitality Se come operatore. Il contratto di locazione è stato firmato il 13 dicembre da entrambe le società a Zurigo. La ristrutturazione era iniziata ad agosto 2024 e la riapertura è prevista per il primo trimestre del 2027. Con questa collaborazione – si legge nella nota stampa – Arabella Hospitality “rafforza il suo impegno nell’industria alberghiera svizzera e la sua posizione nel segmento del lusso, facendo al contempo rivivere un pezzo di storia alberghiera europea”.
La storia del primo albergo di lusso ticinese
Inaugurato nel 1876 come primo albergo di lusso del Ticino, il Grand Hotel Locarno fu tra l’altro sede della Conferenza di Pace di Locarno nel 1925 e giocò un ruolo centrale nella vita sociale e culturale della regione, non da ultimo come luogo di nascita del Festival del Film nel ’46. Fino al 1970, il parco dell’hotel fungeva da palcoscenico all’aperto per la rassegna e fino alla sua chiusura, nel 2005, è rimasto un luogo di incontro. «La ristrutturazione del Grand Hotel Locarno come simbolo della ricchezza culturale della Belle Époque e come altro hotel d’eccezione non è quindi per noi solo un omaggio alla storia, ma anche un forte impegno per il futuro del turismo in Ticino – afferma Karl-Heinz Pawlizki, Ceo di Arabella Hospitality Se –. Il Grand Hotel è uno dei pochi alberghi in Svizzera che si è conservato nella sua struttura originale. La nostra visione è quella di preservare questa unicità e di restaurarlo in modo professionale. Allo stesso tempo, vogliamo far rivivere lo spirito e la storia dell’hotel». Con il marchio Marriott Luxury Collection, aggiunge Stefano Artioli, promotore dell’iniziativa e presidente dell’Art Family Office, «stiamo creando la base ideale per posizionare in modo ottimale questa proprietà di altissimo valore».
‘Un progetto con una visione’
Il progetto prevede l’accurato restauro di elementi storici come gli stucchi originali, il famoso lampadario in vetro di Murano e le decorazioni murali. Inoltre, le 110 camere e suite e le aree comuni saranno ridisegnate nello stile di un palazzo, in ricordo dell’illustre storia dell’hotel. L’offerta è completata da due ristoranti, un bar, un giardino di 4’000 metri quadrati e un’area benessere e Spa.
«Il progetto di trasformazione del Grand Hotel Locarno è un progetto fondamentale per Artisa Group – nota il Ceo, Flavio Petraglio –. Un immobile del 1800, protetto dai beni culturali, che deve essere portato agli standard alberghieri moderni attraverso un lavoro attento e meticoloso, dove la collaborazione fattiva con gli enti e le società coinvolte è qualcosa che dà ancora più valore a quanto stiamo realizzando. Il nostro obiettivo è quello di realizzare un prodotto di qualità, che possa essere un vanto per tutta l’area Locarnese e per il Canton Ticino e riconosciuto in tutta la Svizzera, nonché al di fuori dei suoi confini. Per questo motivo Artisa Group analizza e implementa tutti quei dettagli che permetteranno alla struttura di dare i migliori comfort ai suoi fruitori ed essere al contempo economicamente sostenibile e rispettosa della sostanza storica».
Le puntualizzazioni della Stan
I piani dei promotori del maxi-progetto di rinnovo e riqualifica dello storico albergo non possono comunque non tener conto anche delle resistenze della Stan, la Società ticinese per l’arte e la natura, riguardo alle tre varianti di progetto. La stessa, in una presa di posizione contemporanea, tiene a far luce attorno alle tre domande di costruzione/varianti inoltrate dal committente. A cominciare dal nuovo edificio residenziale, per il quale la stessa Stan “non ha presentato un’opposizione contro il progetto, pur ritenendo errata la possibilità accordata dal Piano particolareggiato di costruire nuovi edifici nella parte di parco che costeggia la Ramogna e confina con via Sempione. Si è limitata a chiedere ‘modifiche’ per diminuire il sicuro impatto del nuovo edificio”.
Secondo aspetto, la variante sistemazione esterna: la Stan ha presentato un’opposizione poiché il Grand Hotel, con la Casa Rossa e il parco, sono un bene culturale d’interesse cantonale ma nel progetto presentato il parco appare avulso dall’edificio storico con il quale ha sempre formato un tutt’uno. Il progetto non segue la metodologia indicata dalla Carta dei giardini storici (Carta di Firenze) né i principi per la protezione dei monumenti storici in Svizzera”.
Il rispetto dei 29 punti dell’accordo per raggiungere l’intesa
Terza e ultima puntualizzazione, quella relativa alla domanda di costruzione/ variante per lo stabile principale (cambio di destinazione parziale di alcuni spazi e varie modifiche). La Stan ha presentato un’opposizione a titolo “cautelare”, nel senso che il progetto sottoposto coinvolge l’edificio storico protetto oggetto della licenza edilizia del 21 dicembre 2022 contenente 29 condizioni particolari a tutela della sostanza storica; condizioni che furono integrate grazie all’accordo tra le parti. Se tali condizioni particolari saranno confermate con la nuova variante, la Stan rinuncerà a mantenere l’opposizione. La speranza è che il dialogo con i promotori “possa portare alla conservazione della sostanza storica del Grand Hotel, della Casa Rossa e del parco, al fine di condurre a un restauro di questo complesso monumentale unico in Svizzera”.
A proposito dell’intervento della Stan, Petraglio ribadisce che «l’obiettivo del promotore Stefano Artioli e del progetto di trasformazione del Grand Hotel è quello di ridare vita a un’icona, trovando le soluzioni migliori; un esempio è proprio il partner che ne gestirà l’operatività. Seguendo la collaborazione fattiva con le parti coinvolte, che ha contraddistinto il lavoro finora svolto, proseguiremo sulla stessa strada per trovare le giuste soluzioni».
LOCARNO E VALLI
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2024-12-20T08:00:00.0000000Z
2024-12-20T08:00:00.0000000Z
https://epaper.laregione.ch/article/281694030384473
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