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Villa Pineta, ovvero il grande sogno possibile

A Fusio c’è un hotel storico dove benessere, arte e melodie sono un tutt’uno. Complice un pianoforte e l’intuizione di un viticoltore oggi albergatore

di Shila Dutly Glavas

Dentro l’albergo storico che Christophe Schenk, con determinazione e un pizzico di follia, ha trasformato in punto di riferimento per musica, arte e benessere.

A Villa Pineta ogni oggetto custodisce una storia e sembra voler cercare un dialogo con l’ospite in visita, ma anche col resto degli altri mobili che arredano la stanza. Parlano le poltrone gialle e rosse del salone che, con le sue ampie vetrate, si affaccia al nucleo di Fusio, ultimo paese della Valle Lavizzara. Raccontano di quando si trovavano in sanatorio ed erano comodo rifugio per anime irrequiete. Parlano le mattonelle e gli affreschi sul soffitto. Confessano le tante vite che la casa – oggi un albergo – ha vissuto. Parla la scrivania, custodita in una delle nove camere, appartenuta a Flora Steiger-Crawford, architetta e prima donna ad aver studiato al Politecnico Federale di Zurigo. Rivela le fatiche ma anche i sogni e le ambizioni di una ‘femmina’ formatasi in un ambiente prettamente maschile. E alla fine parla pure lui, il pianoforte, voce narrante di ‘Villa Musica’, stagione musicale che ha come protagonista proprio lo strumento a tasti.

A dirigere tale ‘orchestra’, con passione e un pizzico di follia, c’è Christophe Schenk, proprietario dell’hotel, che a ‘laRegione’ ha simbolicamente aperto le porte del suo progetto.

Storia di un albergo, storia di un uomo

«Da ragazzo avevo due sogni nel cassetto: entrare in una scuola alberghiera e diventare un professionista del pianoforte. Il destino ha avuto per me altri piani ma, a 54 anni, posso dire che alla fine ho realizzato gran parte delle cose che desideravo». Inizia a raccontarsi così Christophe Schenk, mentre ci invita a fare un giro per la casa.

Di origini romande, fin dalla tenera età Schenk mostra interesse per il mondo dell’hotellerie. Ma la morte prematura dei genitori, avvenuta quando è poco più che ventenne, stravolge tutto e lo costringe a farsi carico dell’azienda vinicola della famiglia.

«Ho fatto il viticoltore biologico per 25 anni e, parallelamente, organizzavo festival di musica classica. Questo mi permetteva di coltivare la mia passione per il pianoforte e, più tardi, ha fatto maturare in me il desiderio di mollare tutto per buttarmi in ciò che avrei sempre voluto fare», spiega l’intervistato.

Ed è così che, dopo un inizio segnato dal dolore, 25 vendemmie, svariati festival, tre figli e un matrimonio felice, Schenk parte alla ricerca di un hotel. Prima in Vallese, poi nei Grigioni e infine approda in Ticino.

«Tramite un annuncio su internet, venni a sapere che a Fusio vendevano un albergo. Così, insieme a uno dei miei figli, sono venuto a visitarlo di persona. Era molto diverso da come è oggi. C’erano diverse stanze in più, separate da muri e porte. Era un ambiente meno spazioso e più cupo. Si intravvedeva il potenziale ma, con il fatto che fosse passata nelle mani di più persone, aveva perso tanto della sua autenticità. Bisognava investirci, però mi attirò per la sua storia unica». L’albergatore non ha tutti i torti. Infatti, contrariamente all’urbanistica vallerana dell’epoca, che voleva le case raggruppate in un unico nucleo abitativo, Villa Pineta trova fondamenta su una collina – circondata da pini, da cui appunto si è preso ispirazione per il nome della struttura – situata sul lato opposto al paese. Costruita all’inizio del 900 da Giovanni Pedrazzini (colui che diverrà nel 1914 sindaco di Locarno), nasce come sontuosa dimora estiva. Uno ‘chalet di montagna’ molto in voga a nord delle Alpi ma inusuale per la Vallemaggia. Negli anni l’edificio ha più volte cambiato pelle. Da residenza di vacanza è passata a essere, per alcuni anni, sanatorio e poi sede degli uffici dell’Ofima. Negli anni 60 la famiglia Guglielmoni acquista la casa e la trasforma in un hotel che poi venderà, nel maggio del 2020, a Schenk.

Alla ricerca della serenità in un hotel d’epoca

L’occhio vuole sempre la sua parte, anche quando si parla di benessere personale. Lo sa bene il gestore di Villa Pineta che, fin dal primo giorno, aveva le idee in chiaro su come ridare splendore alla Villa. «Volevo che ogni oggetto avesse la sua storia e fosse affine alle varie epoche storiche vissute dall’edificio. Ci sono mobili originari di questa casa ma anche arredi che provengono da altre parti della Svizzera», spiega Schenk.

Ciò ha permesso alla struttura alberghiera di essere riconosciuta, nel 2022, come Swiss Historic Hotel. Un prestigioso certificato che attesta il valore storico e culturale di Villa Pineta. Fattori questi molto apprezzati dalla clientela. Ma che profilo ha chi soggiorna nell’albergo di Fusio? «Abbiamo un target eterogeneo. Da noi arriva l’escursionista che ama fare trekking in montagna, ma anche il cittadino che vuole scappare dalla frenesia della città. C’è chi cerca un po’ di relax e chi un posto dove lavorare meglio. Una volta soggiornò da noi per una settimana un autore che aveva il blocco dello scrittore. Quando arrivò l’ora di partire gli chiesi se aveva completato il romanzo e lui mi rispose che era riuscito a sbloccarsi ma che... Preferì far niente. — confida Schenk che, facendosi più serio, aggiunge — C’è anche chi vive un momento difficile e qua trova quella pace necessaria per guardarsi dentro. È bello e commovente vedere quando questo succede, magari grazie a una parola di conforto o a un contatto umano in più».

Una melodia che viene... dalla fine del mondo

La calma di sentire le mucche al pascolo, la lettura di un libro travolgente e... l’ascolto di buona musica. Le offerte sono svariate e, proprio da parte all’hotel sorge un altro edificio, una sala acustica, che ospita un pianoforte. ‘Villa Musica’ è il nome della stagione musicale che si è aperta ufficialmente domenica 19 maggio. La prima vede e ha visto nomi del calibro di Peter Rösel (esibitosi il 19 maggio), Claire Désert ed Emmanuel Strosser (30 giugno), Gabriele Pezzoli (26 luglio), la violoncellista Ophélie Gaillard (concerto previsto per il 25 agosto, ma annullato) e Delphine Bardìn (13 ottobre).

«Grazie al mio passato come organizzatore di eventi musicali ho potuto, negli anni, stringere contatti con molti musicisti, alcuni dei quali sono diventati miei amici. Quando ho chiamato questi artisti, non lo nascondo, avevo timore che la distanza di Fusio dai centri urbani li ‘spaventasse’, ma così non è stato. Sono venuti e gli è piaciuto», afferma l’albergatore.

Nemmeno il pubblico si è fatto intimidire dalla strada in salita, anche se molti degli ascoltatori fanno parte del ‘giro’ di conoscenze di Schenk. Come fare quindi a far apprezzare a sempre più persone la musica classica? «Ascoltandola e facendola conoscere. Quando ero bambino alle partite di calcio portavo le cassette con registrate le musiche di Mozart o Bach, da condividere con i miei compagni di squadra. Ho sempre amato la musica classica e ho sempre amato diffonderla. Con questa piccola sala ho soprattutto voluto dare un’occasione unica alla gente di ascoltare musica, bellissima, interpretata da musicisti famosi, ma che ‘stanno’ accanto a noi, che sembrano suonare solo ‘per noi’. Un lusso assoluto! Mi piacerebbe che anche i valmaggesi, e non solo, venissero ai concerti. Si fa un poco di strada, ma ne vale la pena».

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