Litigio dopo la grigliata, 5 anni per tentato omicidio
Alle Criminali inflitti 5 anni al 29enne che a Gordola prese a badilate un 69enne. Domenica a Losone anziani aggrediti dal figlio 45enne con turbe psichiche
Di Davide Martinoni e David Leoni
Condannato dalle Criminali il 29enne che ferì gravemente un 69enne a Gordola. Intanto domenica a Losone un 45enne con turbe psichiche ha aggredito i genitori: stessa ipotesi di reato.
Un filo rosso lega la condanna (5 anni da scontare a un 29enne, per i fatti di Gordola dell’anno scorso) e l’arresto avvenuto domenica a Losone di un 45enne in seguito a una lite familiare: è il capo d’imputazione di tentato omicidio.
La più stretta attualità rimanda al caso di Losone, sfociato nell’arresto dell’uomo, di cittadinanza svizzera, che domenica ha aggredito gli anziani genitori: dapprima il padre, 76enne, prendendolo a pugni, poi la madre 77enne, ferendola con un’arma da taglio. Le due vittime hanno riportato ferite di una certa entità. A causa dei suoi disturbi il figlio è stato prima ricoverato alla Carità, poi trasferito alla Clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio. La lite familiare è avvenuta in un quartiere residenziale. A quanto si è appreso, l’allarme è scattato quando il 76enne, pur se reduce dall’aggressione, è riuscito ad avvertire i vicini. Sul posto è intervenuta la Polcom di Ascona, che ha fermato il 45enne prima di consegnarlo alla Polcantonale, che ne ha disposto l’arresto. In chiaro stato confusionale, l’uomo è stato dichiarato non carcerabile e per questo ricoverato a Mendrisio. Le imputazioni ipotizzate nei suoi confronti dalla procuratrice pubblica Chiara Buzzi, titolare dell’inchiesta, sono appunto il tentato omicidio, le lesioni gravi e quelle semplici.
IL PROCESSO
Pena da scontare più trattamento
Per lo stesso reato, più altri reati accessori, è invece stato condannato a 5 anni di detenzione (tutti da scontare, dedotto quello già passato dietro le sbarre dal 15 ottobre 2023 al presente) il 29enne che a margine di una grigliata al fiume a Gordola aveva trasceso aggredendo e colpendo con alcuni oggetti contundenti un 69enne di sua conoscenza, che lo avrebbe apostrofato per futili motivi. Finito a processo di fronte alle Assise criminali di Locarno, il giovane non è scampato, ieri, una condanna piuttosto pesante nonostante al momento dei fatti fosse in preda ai fumi dell’alcol e sotto l’effetto di stupefacenti. Furibondo e fuori controllo, si era servito di un rastrello, una spranga di metallo e un badile. Proprio con quest’ultimo utensile da lavoro aveva colpito di taglio, ad una spalla, il 69enne. Abbastanza, per il giudice Amos Pagnamenta, per immaginare che così facendo avrebbe anche potuto ucciderlo, e determinando in questo modo «un dolo eventuale che si situa ai limiti del dolo diretto», per usare le parole del presidente della Corte.
L’accusa: 6 anni La difesa: massimo 36 mesi
Lunedì, nella prima giornata di processo, l’accusa, sostenuta dalla pp Anna Fumagalli, aveva chiesto una pena di 6 anni di detenzione, mentre la difesa – avvocato Sandra Xavier – si era battuta per una pena massima di 36 mesi parzialmente sospesi, da accompagnare comunque con un trattamento ambulatoriale, che è in effetti poi stato ordinato dal giudice. Xavier aveva anche auspicato una condanna per lesioni gravi e non per tentato omicidio come prefigurato nell’atto d’accusa. «I presenti non erano lucidissimi – ha ricordato il giudice riandando a quanto accaduto quella sera di metà ottobre sugli argini della Verzasca – ragione per cui è difficile ricostruire nei dettagli la dinamica dell’accaduto. Il fatto che le vittime si siano disinteressate rispetto a qualsiasi pretesa risarcitoria non c’entra con l’accertamento della sussistenza dei reati, ma significa semplicemente che non volevano aggravare la posizione dell’imputato». Questi, ha notato Pagnamenta, «ha fornito versioni discordanti, smentite da elementi oggettivi agli atti. Spesso ha dichiarato di non ricordare. Ma se davvero non ricorda, queste amnesie non possono essere a geometria variabile».
Lo scatto d’ira culminato con il colpo di pala alla spalla del 69enne «è stato veemente e sproporzionato. In due non sono riusciti a fermarlo. E non è vero che l’imputato era stato attaccato per primo. La sua indole era nota. Non era neppure stato invitato alla festa, ma quando poi gliene avevano dato la possibilità, gli era stato chiesto se sarebbe stato in grado di mantenere la calma».
‘Accettare l’evento come probabile o solo possibile’
A fare la differenza, nel parapiglia, era stato appunto il colpo inferto con la pala, dall’alto in basso, vicino al capo del 69enne: «Il dolo eventuale c’è quando l’autore agisce accettando l’evento come probabile o anche solo possibile, accollandosene il rischio – ha sentenziato Pagnamenta –. Sferrando un violento fendente con il badile, di taglio, ha corso consapevolmente il rischio di uccidere. Anche se avesse voluto mirare la spalla, sarebbe bastato un minimo movimento della vittima per mutare il bersaglio. Bisogna anche considerare che l’entità delle lesioni è irrilevante per la qualifica del reato». Il comportamento del 29enne è stato definito «scellerato», e «riprovevole» la sua condotta, ha aggiunto il giudice. «Conosceva la vittima, che non c’entrava nulla ed era lì per caso. Vi è stata una particolare intensità criminosa durante un’azione durata più minuti. L’imputato era in grado di capire che doveva fermarsi prima».
Per la commisurazione della pena, Pagnamenta – rappresentando anche i giudici a latere Renata Loss Campana e Fabrizio Monaci, più la giuria popolare – ha argomentato che normalmente per un tentato omicidio si gravita sugli 8-9 anni, che senza il dolo eventuale scendono a 6; considerato il concorso di reati, si risalirebbe a 6,5-7 anni. In questo specifico caso vi sono però una scemata imputabilità di grado lieve e il fatto di aver agito sotto l’influsso di alcol e droghe. Per altro, ha concluso il giudice prima di quantificare la condanna in 5 anni da scontare, «l’imputato non ha collaborato in sede di inchiesta e non si è mai assunto la piena responsabilità di quanto commesso». Visibilmente emozionato e scosso, il 29enne è stato immediatamente riportato alla Stampa, dove continuerà a scontare la sua pena, seguendo nel contempo un trattamento psichiatrico ambulatoriale che – si spera – lo aiuterà in futuro a meglio orientarsi nelle nebbie del suo disagio esistenziale.
PRIMA PAGINA
it-ch
2024-11-13T08:00:00.0000000Z
2024-11-13T08:00:00.0000000Z
https://epaper.laregione.ch/article/281719800110615
Regiopress SA