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‘Con Parco solare e laghetto avremmo le piste aperte’

La realizzazione del parco solare e del laghetto in quota ha subito ritardi e questo, secondo Frapolli, ha compromesso la preparazione delle piste in alto

Di David Leoni

In Rovana impianti aperti (forse) il 26 dicembre. Giovanni Frapolli biasima le resistenze ai due progetti chiave di sviluppo della stazione. E ne spiega gli atout.

Neve per le vacanze natalizie? Guardando in su e verificando le previsioni del tempo per le giornate che ci attendono, non c’è che da allargare le braccia e sperare. Il rischio che le piste da sci ticinesi rimangano prive della materia prima durante le vacanze natalizie (che in termini di introiti portano nelle casse delle società il 40% degli introiti) si va vieppiù materializzando col trascorrere delle giornate. La situazione, per il momento, è grigia, anche se qualche fiocco è caduto in questi giorni. E con questo inizio d’inverno che si preannuncia, almeno per ora, avaro di precipitazioni nevose – il quarto consecutivo – gli operatori turistici ticinesi non possono certo far mostra di ottimismo. Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti di Bosco Gurin, non è uno che si arrende alle prime difficoltà: «se mi avessero dato ascolto e lasciato lavorare invece di rallentare i progetti con ricorsi e opposizioni, quest’anno a Bosco Gurin avremmo potuto aprire gli impianti e le piste in quota, ve lo assicuro!». Affermazione perentoria che va spiegata a chi, scrutando i pendii, vede al momento solo prati...

Le potenzialità di un binomio vincente per ridurre i costi operativi

«Lo spiego subito: negli ultimi 4 anni, praticamente da dopo la pandemia da Covid, la neve si è vista sporadicamente in Ticino prima di gennaio. Inutile star qui a disquisire e speculare, il futuro è chiaro: la materia prima sarà sempre più rara e l’innalzamento dello zero termico renderà tutto ancora più complicato. Ma dal prossimo anno la musica cambierà». In che senso? «Bisogna avere il coraggio di investire in progetti rilevanti, come il parco solare e il nuovo laghetto alpino e tutto quanto possa attirare nuovi clienti su tutto l’anno. Proprio in questi giorni abbiamo concluso la posa dei pali di sostegno che accoglieranno i 2mila pannelli fotovoltaici, per una superficie complessiva di 3mila metri quadrati. Se la meteo lo consentirà, completeremo i lavori nel corso dei prossimi mesi e il parco solare sarà pronto entro la fine della primavera. L’altra opera importante è il laghetto artificiale, che costruiremo l’anno prossimo. Con i suoi 15mila metri cubi di capacità servirà all’innevamento delle piste e alla lotta agli incendi boschivi. Per la sua duplice valenza è stato preavvisato favorevolmente dall’Ufficio forestale (contrasto dei roghi con notevole riduzione dei tempi di rotazione degli elicotteri)». Due progetti che, sui due piedi, a molti forse dicono poco o nulla, ma che per la località turistica della Rovana significano tante cose: «Con il parco solare, produco l’energia necessaria a demolire i costi di approvvigionamento dai fornitori. Gli impianti funzioneranno in buona parte (nella misura del 50%) grazie alla corrente prodotta dai pannelli. Ma non è tutto, perché al tempo stesso ne potranno beneficiare anche gli abitanti del paese di Bosco Gurin, visto che attraverso la linea a media tensione della Ses porterò l’energia prodotta quassù alle economie domestiche del paese. Verranno ad esempio allacciati l’Ostello, l’Albergo Walser, la stazione di pompaggio dell’acqua ed eventuali altri interessati».

Dall’acqua alla neve artificiale in quota

Quanto al laghetto, «sfruttando l’impianto dell’innevamento programmato piazzato negli anni duemila, potrò attingere l’acqua necessaria al funzionamento dei cannoni direttamente dal laghetto, evitando così di doverla portare in quota dalla stazione di pompaggio situata in paese. Se calcoliamo che da un metro cubo d’acqua si ricavano circa 4 metri cubi di neve, grazie a questi quantitativi disponibili arriverò a circa 60-70mila metri cubi di neve; siccome per poter battere le piste basta mezzo metro di spessore, sarò in grado di garantire la preparazione (e la manutenzione) di piste da sci per tutta la superficie alta del comprensorio distribuendola in modo uniforme sui tracciati. La neve artificiale è spesso più consistente e spessa e fornisce una superficie di alta qualità per gli sciatori. In aggiunta, dal prossimo anno installerò ulteriori cannoni, in modo da avere una copertura ottimale dell’intero comprensorio sciabile, dai 1’800 metri in su, anche in presenza di minime precipitazioni nevose dal cielo. Bosco Gurin ha il vantaggio – che altri non hanno – di disporre di impianti di trasporto fino a 2’400 metri di quota. È un processo altamente ingegnerizzato, pensato per ottimizzare le condizioni di innevamento e massimizzare la produzione di neve, anche in presenza di temperature attorno allo zero. Se in passato con i cannoni, in caso di scarsità di neve naturale eravamo in grado di coprire il 10% delle piste, in futuro arriveremo al 80% della superficie sciabile».

Impatto ambientale e costi di produzione

La ricetta del funzionamento dei cannoni è semplice: acqua, aria, freddo e nessun aggiunta di additivi chimici. Si parla anche di neve programmata, perché gli impianti di innevamento entrano in funzione – spesso in maniera automatizzata – non appena si rilevano le condizioni atmosferiche opportune. Il tutto senza ovviamene prosciugare il laghetto che serve da alimentazione. «La notte, grazie al fatto che avrò energia elettrica a disposizione a un costo stracciato, potrò pompare nel laghetto dalla stazione del fondovalle 7 litri d’acqua al secondo (quanto concesso dal Cantone in termini di prelievo dal fiume per assicurare i deflussi minimi, ndr), assicurandogli dunque acqua a sufficienza in caso di emergenza. A titolo di paragone, se oggi volessi fare un’operazione del genere, dovrei sborsare grossomodo 250mila franchi all’anno. La gente deve capire che produrre neve artificiale costa un salasso. Parliamo di circa 40mila franchi a settimana, contro i circa 7mila che mi costerà in futuro. Una differenza notevole e questi soldi risparmiati mi consentiranno di investire in ulteriori progetti turistici». Resta il fatto che senza investimenti milionari, tutto questo discorso verrebbe a cadere:«La prossima estate metteremo in funzione la zipline (costo 2 milioni); altri 2 milioni saranno necessari per la realizzazione del laghetto e 2,5 milioni sono i costi del parco solare. Circa 6,5 milioni investiti in pochi anni per destagionalizzare la stazione turistica. Adesso basta tentennamenti e ricorsi, si procede spediti forti del sostegno accordato dai Comuni valmaggesi e del Locarnese alla nuova governance. Abbiamo perso già fin troppo tempo. Ripeto: se queste opere fossero state realizzate nei tempi previsti, con le settimane di freddo che hanno interessato il Ticino un mesetto fa, oggi a Bosco Gurin saremmo aperti».

I patiti degli sport sulla neve dovranno invece dar prova di pazienza: «Se dovesse arrivare un po’ di neve (minimo 50 centimetri), come si spera per i prossimi giorni, il 26 dicembre apriremo gli impianti. Sul sito www.bosco-gurin.ch vi saranno gli aggiornamenti del caso».

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2025-12-19T08:00:00.0000000Z

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