‘A oggi le opportunità sono solo sulla carta’
A Chiasso e dintorni l’ipotesi di prendersi più tempo prima della votazione consultiva del Basso Mendrisiotto sta animando il dibattito
Di Prisca Colombini
«Se teniamo a questa aggregazione, dobbiamo arrivare con le condizioni migliori. Oggi non le abbiamo». Marco Rizza, sindaco di Vacallo e coordinatore della commissione di studio voluta dal Consiglio di Stato per studiare l’aggregazione nel Basso Mendrisiotto, non si nasconde. Lo abbiamo contattato dopo che, nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale di Chiasso, Marco Ferrazzini (Us-I Verdi) ha chiesto a gran voce di prendersi del tempo, definendo “illusorie” le possibilità che la votazione consultiva dell’autunno 2026 ottenga l’effetto sperato. Una possibilità che Rizza aveva già esposto nel corso degli incontri mensili della commissione anche dopo consulto con la sezione Enti Locali e sulla quale la commissione ha però deciso di confermare la tabella di marcia. Le parole di Ferrazzini hanno però acceso più di un dibattito e aperto un nuovo capitolo nella discussione. Non solo un’uscita politica, quindi. «La percepisco come un sentimento comune, soprattutto tra coloro che hanno l’interesse che questa aggregazione possa avere un futuro – ammette Marco Rizza –. Mentre i contrari sono chiaramente propensi ad andare in votazione subito o non andarci del tutto». Il suo parere personale? «Se si dovesse optare per la dilazione di un anno sono sicuramente favorevole anche se servirebbe poco – è la risposta del sindaco di Vacallo –. E se questo anno non dovesse bastare, sarei anche favorevole all’ipotesi di congelamento del progetto per poi riprenderlo quando la situazione sarà migliorata o si saranno delineate le vere opportunità sostenibili finanziariamente».
Tante indicazioni, ma
Il documento che verrà presentato la prima settimana di settembre nei cinque comuni aggregandi – Balerna, Breggia, Chiasso, Morbio Inferiore e Vacallo – «è completo e in fase di ottimizzazione». Al suo interno vengono presentate «tutta una serie di indicazioni amministrative» che hanno dal moltiplicatore (che sarà probabilmente tra il 90 e il 95%) al nome (due quelli che verranno sottoposti al giudizio della popolazione: Chiasso e Terre di Breggia), passando per le varie sedi (quella principale sarà con ogni probabilità a Chiasso), il numero di municipali (7) e consiglieri comunali (50). «Da subito – sottolinea ancora Rizza – abbiamo stabilito che questa deve essere un’aggregazione di opportunità e non di necessità. Il problema è che queste opportunità sono molto sulla carta e difficilmente sostenibili finanziariamente. Restando così, l’obiettivo iniziale viene meno». Avere a disposizione un ulteriore lasso di tempo «non servirebbe a migliorare la situazione finanziaria del Comune di Chiasso, ma permetterebbe di meglio comprendere modalità, impegno e previsione di come intende porre rimedio alla difficoltosa situazione che oggi graverebbe in modo importante su un ipotetico moltiplicatore del possibile comune aggregato, ma soprattutto non permette di guardare al futuro con opportunità finanziariamente sostenibili».
L’obiettivo finale: ‘Questa regione deve tornare a vivere’
La prima settimana di settembre darà le prime risposte e delle indicazioni che serviranno a definire i prossimi passi. «Parteciperò a tutte le serate e illustrerò quello che è il rapporto, ovvero un elenco di opportunità, visioni, idee, sogni e che il moltiplicatore sarà elevato». Marco Rizza sottolinea che «dovessero emergere reticenze, contrarietà o richieste diverse, le allegheremo al rapporto e sarà il Consiglio di Stato a decidere». Ovvero se la votazione consultiva sarà confermata e quindi convocata nel corso dell’autunno 2026 o se verrà accordato più tempo. «Personalmente ci sto credendo: sto portando avanti questo studio, ma penso di essere anche obiettivo. Sarebbe bello arrivare all’esame delle urne con opportunità sostenibili... Oggi l’interesse non c’è. Come ho detto nell’ultimo incontro, piuttosto congeliamo e non continuiamo a sentirci dire che senza aggregazione le infrastrutture verranno chiuse. Se queste vengono pagate da tutti e c’è l’esigenza di ristrutturare qualcosa che serve tutta la regione, sediamoci al tavolo e ragioniamo insieme su questi interventi».
Lo scopo finale, conclude Marco Rizza, deve essere uno. «Chiasso o non Chiasso, un anno o due in più, l’importante è che nei prossimi anni questa regione torni a vivere».
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2025-07-08T07:00:00.0000000Z
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