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Trovati fili di ferro ad altezza uomo

Fili di ferro ad altezza uomo, da un albero all’altro, nei boschi della droga: metodi rudimentali ma molto pericolosi. Tentativi di rallentare l’arrivo delle forze dell’ordine, preservando i bivacchi dello spaccio, ma che nello stesso tempo arrecano anche un grave rischio all’incolumità delle persone che passeggiano nei boschi e dei ciclisti che pedalano lungo i sentieri. È quanto hanno scoperto gli agenti della Squadra mobile di Como, che nel fine settimana hanno effettuato controlli a tappeto nei boschi di Cadorago, Guanzate, Lomazzo, Vertemate con Minoprio e Fino Mornasco.

Gli spacciatori hanno dunque compiuto un nuovo e temibile passo in avanti nella lotta contro chi vuole arrestarli, disseminando le aree che circondano i bivacchi della droga di pericolose trappole: un diffuso sistema di fili di ferro, di colore verde e posti ad altezza uomo, per fermare le forze dell’ordine in arrivo. Un grosso problema anche per l’incolumità delle persone che passeggiano nei boschi e per i cicloamatori. Fili di ferro per permettere ai pusher – nel caso di blitz – di avere il tempo per scappare. Delle vere e proprie trappole insomma, che erano già state segnalate anche in passato ma principalmente a livello terra, per far inciampare gli inseguitori.

Nel corso dei controlli non sono stati trovati spacciatori. Una dozzina i bivacchi smantellati, cosi come numerose postazioni ritenute basi logistiche dello spaccio. Una trentina, infine, le trappole rimosse a colpi di cesoia. Un centinaio le persone identificate, alcune delle quali ticinesi, possibili acquirenti di sostanze stupefacenti, che non sono state in grado di giustificare la loro presenza nei boschi della droga.

MENDRISIOTTO

it-ch

2025-03-24T07:00:00.0000000Z

2025-03-24T07:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281728390311785

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