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‘Spero non si parta col piede sbagliato’

Muralto, l’associazione ‘Salva viale Cattori’ non sarà parte integrante della Delegazione delle autorità. Le preoccupazioni del portavoce Varini

Di Davide Martinoni

A Muralto il tempo si è fermato 4 anni fa. Dicembre 2021, la Delegazione delle autorità (Da) si riuniva per riprendere il discorso sul nodo intermodale dopo la disfatta rimediata in governo dal Municipio – che si era visto annullare in un colpo solo l’approvazione della variante di Pr per il comparto della stazione Ffs e la richiesta di credito per costruire la pensilina grezza per i bus – e la decisione del Consiglio di Stato di tagliare dal credito PaLoc la parte riguardante il nodo intermodale in stazione. Nel corso della riunione di Da il ministro Claudio Zali aveva ribadito quanto già affermato a più riprese in precedenza, ovverosia che a Muralto la priorità era trovare una condivisione d’intenti.

Quattro anni dopo, due giorni fa: nel corso della seconda riunione di Da dopo la clamorosa bocciatura del progetto “variante di base” al voto popolare, va in scena il primo tentativo di condivisione da parte del rinnovato gremio delle autorità (Comune, Città, Cantone, Fart, Cit, Ffs), che chiama al tavolo l’associazione “Salva viale Cattori”, promotrice della raccolta di quasi 10mila firme per sventare il pericolo che viale Cattori venisse percorso in salita da 250 bus al giorno per raggiungere la pensilina, e poi della campagna per il “no” alla variante di base che ha cancellato il progetto cantonale e rimesso il boccino da solo al centro della pista.

Gian-Luigi Varini, lei è il portavoce del “Salva viale Cattori”, nonché primo referendista sia contro la variante di Pr del comparto Ffs, sia del voto che ha bocciato il nodo intermodale. La Delegazione delle autorità vi ha ricevuti per ripartire assieme verso una nuova soluzione condivisa. Com’è andata?

Non vorrei si fosse cominciato con il piede sbagliato. Perché?

Innanzitutto perché ci è stato ventilato, e in seguito confermato, che l’associazione non potrà diventare membro permanente della Delegazione delle autorità. Ma è successo qualcosa di grave anche prima.

Dica.

Devo fare un passo indietro. Dopo la votazione che aveva sancito la vittoria dei “no” al progetto cantonale, il sindaco Stefano Gilardi aveva proposto di nominare la collega di Municipio, nostra esponente all’opposizione, Monique Fransioli Ignazio, quale presidente della futura Da. Una proposta che era subito stata avallata dal resto del Municipio. Tuttavia, prima dell’incontro della Da di ottobre – quello interlocutorio che ha preceduto la riunione di martedì scorso – Gilardi aveva deciso di esautorare Fransioli Ignazio per assumere lui stesso la presidenza. Il motivo: la municipale di Muralto Democratica era nel frattempo entrata a far parte dell’associazione “Salva viale Cattori”. È stata l’ennesima prova di forza di una maggioranza di Municipio autoritaria. Tornando all’oggi: ci è stato comunicato che formalmente di una Da possono far parte solo le istituzioni, mentre la nostra associazione non lo è. Non saremo dunque parte integrante del gruppo di lavoro, ma verremo convocati solo saltuariamente, con un ruolo consultivo.

Quindi?

Quindi non va bene. L’associazione che ha permesso alla popolazione ticinese di esprimere il suo “no” alle urne risulta di fatto meno rappresentativa di tutte quelle istituzioni che hanno agito compatte sul fronte opposto, perdendo.

Oggi ancora all’interno della nuova Da si dice che a Muralto la situazione potrà sbloccarsi soltanto se si troverà una convergenza all’interno del Comune, quindi sostanzialmente fra voi e il Municipio. Come la vede?

Lo ripeto da anni: a Muralto esiste una clamorosa scollatura fra il potere politico di maggioranza e la popolazione residente. Tutto quello che è capitato attorno alla stazione, fino al voto, lo ha dimostrato. Il problema è che con questa maggioranza – capeggiata da questo sindaco –, ogni processo di condivisione basato sulla reciprocità delle esigenze e sull’ascolto dell’altro è impossibile.

Comunque, a noi risulta che il “Salva viale Cattori” verrà coinvolto nell’ambito di un gruppo di accompagnamento politico, unitamente ad altri portatori d’interesse. Quindi verrete ascoltati, anche se non sarete presenti nella Da. In questa prima occasione di confronto quali suggestioni avete portato?

Prima delle suggestioni, un distinguo: un conto è venire coinvolti, un altro venire ascoltati. Il beneficio di un coinvolgimento c’è stato, anche prima del voto. Ma di fatto le nostre osservazioni non erano mai state prese in considerazione. C’era stata una difesa a oltranza di un progetto che non piaceva a nessuno e ci aveva costretti ad andare tutti alle urne, con il risultato che conosciamo. La mia impressione dopo martedì è che tornando a viaggiare su binari separati rispetto a chi decide si finirà per ritrovarsi di nuovo ai piedi della scala. È lo stesso modello – fallimentare – che si ripete.

Detto tutto questo, bisogna in ogni caso ripartire. Da dove, secondo il “Salva viale Cattori”?

Da interventi puntuali per migliorare la situazione attuale in stazione, che non è affatto insostenibile anche se ha in effetti delle criticità che vanno risolte. Come? Integrando alcuni elementi dei tre progetti esclusi in prima istanza che indicavano un possibile utilizzo del terreno Ffs a nord dei binari. Alla Da abbiamo anche comunicato le nostre priorità, che sono l’autosilo pubblico a nord e un sottopasso su via della Stazione, per risolvere la questione degli attraversamenti di massa di chi scende dai treni e blocca continuamente il traffico per minuti interi. Quel che ho consigliato da subito è una semaforizzazione “wireless”, senza particolare impiantistica, ma veloce, per accelerare i passaggi dei pedoni e smaltire le colonne di auto. Sarebbe già un primo passo significativo.

LOCARNO E VALLI

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2025-11-28T08:00:00.0000000Z

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