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Faggete valmaggesi sul tetto d’Europa

Nel 2021 il riconoscimento quale Patrimonio dell’umanità e fra 3 anni la presidenza svizzera del gremio internazionale. Il punto sui lavori

Di Davide Martinoni

Sono sempre i sentimenti, che fanno la differenza. Quelli che Christian Ferrari (“site manager”) e Paolo Poggiati (presidente del Gruppo strategico Faggete) stanno mettendo nel cammino delle Valli di Lodano, Busai e Soladino sul sentiero del Patrimonio mondiale dell’Unesco, sono lo specchio di una passione che fa onore all’impegno assunto. Lo si è capito ieri mattina a Lodano in occasione di un incontro convocato per fare il punto sulla situazione a 3 anni dal riconoscimento Unesco del patrimonio boschivo valmaggese, alle porte di quadriennio (2025-28) che segnerà l’intensificazione degli sforzi sotto tutti i punti di vista, anche quello finanziario.

In 18 Stati 94 faggete primarie e antiche

Le antiche faggete delle Valli di Lodano, Busai e Soladino rappresentano un elemento del bene seriale transnazionale “Faggete primarie e antiche d’Europa”. Si tratta di un patrimonio dell’umanità Unesco che connette qualcosa come 94 faggete uniche in 18 Stati diversi, per una superficie complessiva di 100mila ettari (che equivale a circa un terzo del territorio ticinese). Il valore universale riconosciuto all’insieme delle faggete primarie e antiche d’Europa sta nel processo di espansione – ancora in corso – di quegli isolati rifugi nell’Europa orientale e meridionale che erano rimasti dopo l’era glaciale. Ecco perché la realtà valmaggese dev’essere vista, pensata e gestita anche in un contesto internazionale, pur mantenendo una “governance” e un piano di gestione locali. La “governance” – presa a carico dal Gruppo strategico faggete istituito dal Consiglio direttivo dell’Ascovam in seno alla Fondazione Vallemaggia Territorio Vivo, in accordo con i Patriziati locali – si avvale di un “site manager”, che è appunto Christian Ferrari.

Dal ‘visitor center’ al documentario

Ebbene, nei primi tre anni (2022-24) sono state promosse iniziative volte a posizionare il nuovo elemento valmaggese quale sito del Patrimonio mondiale Unesco. Sono stati citati il “visitor center” e infopoint di Lodano, dedicato all’omonima Valle; la cartellonistica di base all’entrata di Lodano; i 4 itinerari di scoperta con visite accompagnate; numerose attività di educazione ambientale in collaborazione con il Centro natura Vallemaggia; una mostra fotografica con gigantografie allestita prima a Lodano e poi a Someo; e il neonato documentario “La mossa del faggio”, una coproduzione “Il giardino di Albert” (Rsi) realizzata dal regista Giovanni Casari. Il film è stato presentato ieri sera in anteprima pubblica ai Ronchini di Aurigeno e potrà essere visto su La1 domani, sabato 14 dicembre, alle 17. Inoltre, sono stati sviluppati un Piano di gestione 2025-32 (che funge da guida per la preparazione dei piani lavoro quadriennali), un Concetto di ricerca scientifica e uno di educazione ambientale. Il costo complessivo nei primi 3 anni è stato di 510mila franchi totali, coperto da Confederazione, Cantone, Otlmv, Ers Locarnese e Vallemaggia, Comune di Maggia, Patriziati di Lodano, Someo e Giumaglio, nonché Fondazione Vallemaggia Territorio Vivo.

Quattro saranno le direttrici principali secondo cui si agirà dal 2025 al ’28. La prima sarà puntare sempre di più su comunicazione (anche internazionale, con la partecipazione di Ferrari a un gremio con tutti i suoi omologhi degli altri Paesi) e sensibilizzazione (anche nelle scuole); la seconda potenziare l’accoglienza turistica; la terza intensificare il lavoro di ricerca e di monitoraggio dell’integrità della faggeta.

C’è, poi, una quarta e importantissima direttrice, che è quella della “governance”. In questo senso gli obiettivi sono 4. Innanzitutto si vuole incrementare la collaborazione con gli “stakeholder” locali (sia per creare solide basi di collaborazione, sia per accrescere la consapevolezza del valore delle faggete che gli enti locali hanno la fortuna di avere sul loro territorio). Poi sarà necessario confermare il ruolo dell’elemento valmaggese e della Svizzera nella gestione dell’intero bene seriale, proseguendo nella collaborazione della gestione internazionale. In questo senso è stato annunciato che la Svizzera, tra l’altro proprio su spinta della “governance” valmaggese, assumerà nel 2027 la Presidenza del Comitato di gestione internazionale, ospitando il Comitato internazionale. Un ruolo importante, sotto la responsabilità della Sezione forestale, tramite l’Ufficio forestale del 7° circondario, avrà poi la verifica della protezione e la sorveglianza della foresta.

Dal profilo economico il preventivo parla di un investimento complessivo, nel quadriennio, di 1,23 milioni di franchi, ovverosia poco più di 300mila franchi all’anno.

LOCARNO E VALLI

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2024-12-13T08:00:00.0000000Z

2024-12-13T08:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281741275010106

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