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Referendum casa montana La Sel richiama il Municipio

Inviato un richiamo, dopo che sono apparsi sui media e sui social interventi ritenuti inviti impliciti a non firmare per il voto sulla casa montana di Nante

di Dino Stevanovic

Bacchettato l’Esecutivo, dopo che sono apparsi degli interventi che implicitamente invitano a non firmare per il voto. Il caposezione Marzio Della Santa: ‘Un agire scorretto in questa fase’.

La campagna non è ancora iniziata, ma il clima politico è già rovente a Monteceneri. Pomo della discordia è il Messaggio da 4,7 milioni di franchi per la ristrutturazione e l’ampliamento della casa montana Madonna delle Nevi a Nante. Sebbene il credito sia stato accolto dalla stragrande maggioranza dei consiglieri comunali l’11 giugno, la minoranza ha promesso battaglia e nel frattempo è partita la raccolta firme per il referendum comunale. Nel dibattito s’inserisce ora la Sezione enti locali (Sel) del Dipartimento delle istituzioni, che ha richiamato il Municipio all’ordine, dopo che alcuni municipali, sindaco compreso, hanno più o meno fra le righe invitato a non sottoscrivere il referendum.

‘Non devono intervenire’

“Sottoscrivere e accogliere il referendum porterebbe all’unico risultato di aver sperperato denaro pubblico per non ottenere nulla”, dice ad esempio il sindaco Pietro Solcà in uno degli interventi inviati alla stampa nei giorni scorsi. Altri municipali si sono espressi prevalentemente sui social invece, ma con sempre il medesimo obiettivo: criticare le tesi dei referendisti. «Sono sostanzialmente degli inviti a non cedere alla tentazione di sottoscrivere il referendum – osserva però Marzio Della Santa, a capo della Sel –. Espliciti o impliciti, come in questo caso, che siano, non vanno bene: in questa fase il Municipio e i municipali non devono intervenire. Farlo è scorretto, perché va preservato il diritto della cittadinanza di determinarsi se andare o non andare al voto. Non si sta ancora discutendo del merito dell’oggetto sul quale eventualmente si andrà a votare».

Esprimersi è ‘un diritto fondamentale’

I toni e i contenuti, da ambo le parti, paiono effettivamente quelli già di una campagna, ma in realtà la raccolta firme è appena iniziata e c’è tempo fino al 10 agosto. «Sono due fasi distinte – ancora Della Santa –. Umanamente si può comprendere che chi ha investito tempo per promuovere una determinata iniziativa reagisca di fronte alla volontà di andare al voto. Ma una raccolta di firme per tentare di portare la cittadinanza a esprimersi su un determinato tema è un diritto fondamentale e questa modalità d’agire è inadeguata, contraria ai principi fondamentali della democrazia». Per questo, la Sel ha inviato al Municipio montecenerino una lettera «per renderli attenti che questo atteggiamento non va bene». Per ora si tratta soltanto di un richiamo, ma se da qui al 10 agosto dovessero ripresentarsi situazioni simili «dovremmo intervenire in maniera più incisiva».

Il precedente di Cevio

Il caposezione ricorda che la polemica in corso in valle Carvina non è un unicum. «L’esempio più recente riguarda il comune di Cevio, dove di fronte a due referendum annunciati (per la vendita di un terreno e per la costruzione della scuola a Bignasco, nel 2022, ndr) l’allora Municipio prese posizione inviando ai cittadini un volantino invitando a non sottoscriverli. Questi furono oggetto di ricorso al Tribunale cantonale amministrativo, che emanò un non luogo a procedere ma soltanto perché nel frattempo i due referendum erano riusciti e quindi la necessità di esprimersi era venuta meno». Anche allora ci fu l’intervento della Sel e «il fatto che il caso di Cevio sia relativamente recente ci porta a dire che a Monteceneri dovrebbe esserci o avrebbe dovuto esserci una sufficiente consapevolezza del comportamento da tenere in questa fase specifica. Non ci sono problemi che il sindaco, i singoli municipali e il Municipio intervengano per difendere una propria iniziativa. Ma va fatto dopo l’eventuale riuscita della raccolta di firme, durante la campagna», ribadisce Della Santa.

Filippini: ‘Inaccettabile’

Coinvolta nella polemica è stata anche la granconsigliera Lara Filippini (Udc), cittadina di Monteceneri, che sui propri profili social ha preso posizione a favore del referendum. «Pur essendo a favore del voto, non sono tra i promotori», premette, da noi sentita. «Ho semplicemente espresso la mia opinione, ovvero che sarebbe meglio investire su altre priorità, come le problematiche legate alla rete idrica e alla vetustà delle tubature a Camignolo. Poi è scoppiata la polemica: il mio post è stato ripreso dal sindaco (che ha pubblicato l’estratto di una risoluzione tecnica che evidenzia la buona qualità dell’acqua a Camignolo, ndr), seguito da alcuni municipali». «Trovo scorretto – conclude la deputata – esporre al pubblico ludibrio un cittadino solo per aver espresso un’opinione. Un atteggiamento inaccettabile, soprattutto da parte del sindaco e di altri municipali, che dovrebbero tutelare il diritto dei cittadini a esprimersi liberamente, non metterli sotto pressione per dissuaderli dal firmare un referendum».

Il sindaco: ‘Ho solo ribattuto a informazioni non veritiere’

«Come sempre detto il referendum è uno strumento democratico che ci contraddistingue e di cui siamo fieri – la replica del sindaco Pietro Solcà –. Ho solo ribattuto a informazioni non veritiere che riguardano il nostro comune». E se le premesse sono queste, l’eventuale campagna sarà certamente intensa.

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