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Una corsa a tre per un posto

I tre Municipi di Lugano, Mendrisio e Locarno hanno sottoscritto la candidatura a Capitale della cultura 2030. A Palazzo civico, in riva al Ceresio, l’Esecutivo ha ratificato il rapporto definitivo nella seduta di ieri. Roberto Badaracco, vicesindaco di Lugano e capodicastero Cultura, sport ed eventi, tuttavia, preferisce non svelare gli assi nella manica fino al 31 dicembre quando scadrà ufficialmente il termine per l’inoltro della candidatura al bando pubblicato dall’Associazione Capitale culturale svizzera, che si pone come obiettivo di avviare programmi e progetti culturali su scala nazionale. Il tema è stato discusso ampiamente durante la seduta di ieri.

Obiettivo, promuovere la diversità

Si è cominciato a parlare di questa opzione nel febbraio di quest’anno quando è stata lanciata l’idea da Marco Magrini, presidente dell’Amministrazione provinciale di Varese per una possibile candidatura per diventare Capitale insubrica della cultura 2030. Allora, Badaracco aveva scartato questa strada, preferendo il coinvolgimento delle realtà urbane ticinesi e magari anche del Cantone in vista della presentazione di una candidatura congiunta a livello di Svizzera italiana al bando svizzero. In seguito, verso la fine del mese di marzo, è stata presentata la lettera d’intenti, assieme a Locarno e Mendrisio, mentre Bellinzona ha preferito correre da sola e il Cantone ha rinunciato. L’obiettivo dichiarato dell’Associazione è quello di promuovere la diversità culturale, valorizzare la creazione artistica e rafforzare la coesione nazionale. Per un anno, una città o una regione diventa il cuore culturale del Paese. La prima Capitale culturale svizzera sarà La Chaux-de-Fonds nel 2027.

Ci dev’essere una scena alternativa

Il progetto, si legge nel bando dell’Associazione “deve essere innanzitutto culturale, anche se può avere altre componenti, in particolare economiche o turistiche. Deve avere la capacità di trasformare una città o un’area (sviluppo urbano, rinnovamento di siti e infrastrutture ecc.), ci vogliono radici regionali, ma la proposta deve essere di livello nazionale. Non ci si può accontentare di mettere in risalto ciò che già esiste, bisogna andare oltre la consueta attività culturale e avere una visione a lungo termine che vada oltre l’evento stesso”. Tra le domande a cui rispondere nella candidatura ci sono quelle relative all’offerta specifica per i giovani e all’esistenza di una scena alternativa che potrebbe essere coinvolta nel progetto. Inoltre, in termini di infrastrutture culturali, urbane e turistiche, vengono richieste le iniziative (comprese quelle in fase di ristrutturazione) che le Città potrebbero concretizzare nell’ambito del progetto ‘Capitale culturale svizzera’ e che sono in corso.

LUGANESE / MENDRISIOTTO

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2025-12-24T08:00:00.0000000Z

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https://epaper.laregione.ch/article/281741275772169

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