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Gestiva un’attività di prostituzione, espulsa

Condannata a tredici mesi sospesi una 63enne

Di Prisca Colombini

Ha affittato un appartamento a Lugano e spinto una sua connazionale a prostituirsi. Un’attività illecita che è costata a una 63enne cittadina cinese una condanna a 13 mesi di detenzione, sospesi per un periodo di prova di due anni, per il reato principale di promovimento della prostituzione. Fatti che l’imputata, dispensata dal dibattimento celebrato davanti alla Corte delle Assise correzionali presieduta dal giudice Paolo Bordoli, ha ammesso e che si sono svolti nel mese di aprile dell’anno scorso. La donna è stata anche espulsa per cinque anni dalla Svizzera.

Come indicato nell’atto d’accusa del procuratore pubblico Simone Barca (sostituito in aula dalla procuratrice pubblica Anna Fumagalli), l’imputata “ha approfittato dell’isolamento linguistico e culturale della prostituta cittadina cinese, nonché del suo statuto irregolare di straniera in Svizzera e in Europa”. Le due donne, si legge ancora, si sono conosciute “per il tramite di una terza persona”. L’imputata ha quindi proposto alla connazionale di “recarsi nel Canton Ticino, luogo in cui avrebbe potuto guadagnare più denaro praticando la prostituzione”.

Difesa dall’avvocato Giorgia Maffei, la 63enne è arrivata in Ticino nella seconda metà del marzo scorso per affittare un appartamento e acquistare una carta Sim che avrebbe utilizzato per la gestione degli appuntamenti erotici. Nell’abitazione ci sono in seguito stati quattro incontri sessuali a pagamento. Il compenso per le prestazioni, 680 franchi, sono finiti nelle tasche della 63enne, mentre la prostituta ha tenuto per sé, senza comunicarlo, 50 franchi ricevuti come mancia. Quest’ultima è stata oggetto di un decreto d’accusa separato; mentre la 63enne ha trascorso 57 giorni in carcerazione preventiva.

Gerarchia non del tutto chiara

La Corte ha approvato l’accordo raggiunto tra le parti. «Le ammissioni hanno trovato conferma negli atti – ha detto il giudice Paolo Bordoli motivando la sentenza –. Se la vittima sapeva da subito per cosa sarebbe stata impiegata, sull’effettivo ruolo dell’imputata ci si può porre qualche domanda per capire quale fosse il suo ruolo nella gerarchia di questo traffico di prostituzione in Svizzera e in Italia». La Corte ha infine precisato che «sicuramente sopra l’imputata, che probabilmente in passato ci è passata a sua volta, c’è qualcun altro, ma l’inchiesta ha stabilito quanto c’è».

LUGANESE / MENDRISIOTTO

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2025-12-24T08:00:00.0000000Z

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https://epaper.laregione.ch/article/281754160674057

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