Zohorna e Morini in 30” danno una sferzata al Lugano
Due reti in extremis tengono in vita i bianconeri nella drammatica serie con l’Ajoie. ‘Ma andiamoci piano con l’entusiasmo, siamo pur sempre in svantaggio 2-1’
Di Christian Solari e Daniele Neri
In gara 3 i bianconeri ribaltano l’Ajoie con due reti nell’ultimo minuto e scacciano l’incubo della terza sconfitta consecutiva. Un successo che potrebbe cambiare l’inerzia della sfida.
Lugano – Ci sono momenti che cambiano la vita. E uomini che permettono che ciò succeda. Se il Lugano è ancora vivo, dopo un’altra serata a metà strada tra il drammatico e l’insostenibile, lo deve indubbiamente alla linea di Morini, che in trenta secondi esatti resuscita una squadra che pareva morta e sepolta, in un ultimo minuto al cardiopalma. Prima, al 59’02’’, grazie all’aiuto della buona sorte, anche perché non si capisce bene come sia stato possibile che quel disco messo in mezzo un po’ a casaccio da Zohorna potesse finire alle spalle dell’incolpevole Conz (in ultima analisi il gol verrà assegnato al ceco, perché l’ultimo tocco è del difensore Fey); poi, però, al 59’32’’, quando l’attaccante numero 23 firmerà personalmente il gol-partita, riceverà il giusto riconoscimento per il suo senso della posizione, facendosi trovare nel posto giusto al momento giusto per toccare alle spalle del portiere giurassiano il perfido disco che riapre la serie. En passant, non si può tuttavia sottacere che il merito di tutto ciò va dato anche a Uwe Krupp, che dopo il primo gol con il comasco in pista, alla ripresa del gioco decide comunque di lasciare sul ghiaccio la quarta linea, la sua, probabilmente ritenendola ‘calda’. «Questi due gol sono indubbiamente importantissimi, ma ad aver cambiato corso alla partita è stata la penalità di cinque minuti che siamo riusciti a superare indenni», dice il cinquantanovenne tecnico di Colonia alludendo alla disciplinare di partita inflitta a Mirco Müller al 41’23’’, quando il difensore numero 25 spalma Kevin Fey alla balaustra mentre il capitano giurassiano è in posizione vulnerabile, e oltretutto già sta lottando alle assi con Fazzini. «Non dimentichiamoci – aggiunge, a proposito del fallo di Müller – che l’hockey è uno sport molto veloce, e ogni tanto succede che i giocatori agiscano sulla base di emozioni. In ogni caso, in quei cinque minuti il nostro boxplay è stato determinante per restare in partita. E devo pure fare i complimenti al nostro pubblico, che ci ha sostenuti fino alla fine, e non soltanto oggi».
Se il sostegno della Cornèr Arena non è poi tanto difficile da ottenere, in un terzo tempo che è l’unico, in fondo, in cui Fazzini e compagni mostrano realmente di avere una marcia in più, non altrettanto si può dire pensando ai primi quaranta minuti. In cui un Ajoie comunque messo davvero bene in pista da un Greg Ireland di cui si conoscono le qualità di stratega, riesce a tenere alla larga dallo slot un Lugano impreciso e inconcludente, che prova sì a pattinare molto, cercando di velocizzare le manovre senza tuttavia riuscirci davvero, anche perché i passaggi spesso sono imprecisi, con i giocatori che danno più l’impressione di volersi sbarazzare del puck, piuttosto che assumersi qualche rischio, e così facendo per la maggior parte del tempo gli uomini di Krupp sono costretti a spendere energie inutili per riparare a errori precedenti. L’Ajoie, invece, fa il suo, e non appena si trova confrontato con le (frequenti) amnesie difensive degli uomini di Krupp – che non sono certo una novità – ne approfitta per mettere pressione dalle parti di un Huska che nei primi due tempi ha senz’altro più lavoro da compiere rispetto a Conz, e che al 22’42’’ deve dichiararsi battuto da Devos, in situazione di 4 contro 5, dopo un intervento fuori tempo di un Alatalo che cintura Veckaktins in uscita di terzo al 22’09’’, regalando un’altra superiorità numerica a un Ajoie che – ora lo sanno anche i paracarri – ha nel powerplay la sua unica vera arma. Da quel momento, il Lugano si affannerà per rincorrere il suo avversario, ma nonostante tutto il prodigarsi dei bianconeri, fino all’ultimissimo minuto in pochi avrebbero probabilmente scommesso sull’eventualità di un pareggio in extremis. E invece, come spesso si dice, finché c’è vita, c’è speranza. «Ma andiamoci piano con l’entusiasmo, in fondo l’Ajoie è ancora in vantaggio 2-1 nella serie – si affretta a dire il nuovo direttore sportivo Janick Steinmann, che come già lunedì sera a Porrentruy parla a nome della squadra –. Voglio però complimentarmi con i ragazzi che hanno lottato, è il caso di dirlo, fino all’ultimo secondo: sono molto contento per loro, questa vittoria se la sono meritata, in una serata con tantissime emozioni. Ma voglio anche fare un plauso all’Ajoie, che gioca in maniera molto disciplinata, fisicamente lavorano duro, anche a livello difensivo, bloccando molti dei nostri tentativi, e sono davvero bravi quando possono giocare con un uomo in più». Chiaro?
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