Una politica a misura di bambini e giovani
Il progetto condotto dal dicastero Sicurezza sociale è appena partito e si svilupperà in cinque fasi. Punto di forza il coinvolgimento della comunità
Di Daniela Carugati
Per costruire il futuro di un Comune, occorre cominciare col prendersi cura dei propri piccoli cittadini. A Stabio si è deciso di applicare alla lettera questa aspirazione. Tant’è che l’anno nuovo coincide con il varo di un nuovo progetto. Il dicastero Sicurezza sociale ha messo in campo infatti una strategia per dare forma e sostanza a una politica comunale dell’infanzia e della gioventù. Francesca Frigerio, a capo del dicastero della Sicurezza sociale, è ben consapevole che questa sarà una sfida tra le sfide, ma il dossier, conferma, le sta “molto a cuore”. E gli obiettivi che si è data sono chiari. L’autorità comunale, insomma, intende dare prova di lungimiranza.
Come si è giunti a questa decisione? «Nel 2024 il Cantone ha proposto proprio un corso sull’elaborazione delle politiche giovanili, in collaborazione con la Supsi – ci spiega Francesca Frigerio –, e la responsabile e animatrice del Centro giovani – Giulia Favilla, ndr – e io eravamo tra i partecipanti. In questo modo l’autorità cantonale, che ci supporterà anche finanziariamente in base alle risorse a disposizione, ci ha offerto un po’ lo spunto per avviare una riflessione sul tema e di seguito dare concretezza al progetto. Poi lo abbiamo proposto al Municipio, che lo ha accolto. Adesso inizieremo con la fase operativa. Immaginiamo che per mettere a punto la politica occorrerà l’intera legislatura: si tratta di un lavoro molto articolato».
Verso una proposta partecipativa
Del resto, come scrive la stessa capadicastero sull’ultimo numero di Stabioinforma, “il Comune è il primo luogo dove un fanciullo vive e cresce”, dal preasilo alle aule scolastiche, alla vita associativa. “È quindi una responsabilità e un’opportunità per ogni Comune – annota ancora Frigerio – offrire questi spazi, servizi e occasioni di incontro”. Per farlo, però, bisogna conoscere a fondo il proprio tessuto sociale. Su cosa pensate, dunque, di fare leva? «Abbiamo ritenuto di realizzare una politica partecipativa – sottolinea –, con l’idea di partire, appunto, dai bisogni della nostra popolazione. Il target di riferimento va dai zero ai 25 anni. Coinvolgere cittadine e cittadini ci permetterà di capire di cosa i nostri bambini, i giovani e le famiglie hanno necessità. Uscendo così un po’ da quell’ottica impositiva di dire facciamo questo e quello, ma cogliendo le necessità reali».
All’opera da settimana prossima
A proposito di progetto partecipativo, quale sarà l’approccio del Comune? Si lancerà un sondaggio, come già si è fatto per altre tematiche? «L’intenzione – ci dice la responsabile del dicastero Sicurezza sociale – è di organizzare dei workshop – dunque dei gruppi di lavoro collettivo, ndr – e di operare a stretto contatto con le varie fasce di popolazione. Inizieremo settimana prossima con un primo incontro interno, al tavolo saremo la responsabile del Centro, punto di riferimento per le politiche giovanili, e io, per capire bene come partire. A quel punto, procederemo nel solco del progetto, che si svilupperà in cinque fasi. Ci proponiamo, infatti, di definire per bene quali sono oggi le risorse presenti sul territorio. Vogliamo, di fatto, coinvolgere nel processo tutte le nostre associazioni che si occupano di famiglie e giovani».
‘Lavoreremo sul nostro futuro’
Sarà, in altre parole, una sorta di inchiesta a tutto campo per avere il polso delle necessità esistenti a livello di servizi, prestazioni e spazi. L’obiettivo dichiarato, in effetti, è preciso: agire di concerto con la cittadinanza, intervenendo sul territorio, per poter proporre delle risposte mirate alle diverse esigenze alle quali si darà voce. «Di sicuro è un progetto interessante – ribadisce Frigerio –. In fondo, andiamo a lavorare sul nostro futuro, famiglie e giovani che sappiamo aver bisogno di sostegno». Non a caso anche a Stabio avete scelto di percorrere la strada dei progetti partecipativi. «Diciamo che abbiamo deciso di uscire un po’ dalla nostra zona di comfort, per vedere da vicino le necessità della popolazione».
Obiettivi precisi
Nulla di preconfezionato, quindi, bensì di condiviso. In modo tale da comprendere a fondo la realtà. A fare da bussola, poi, ci saranno una serie di obiettivi, come sottolinea ancora la capadicastero su Stabioinforma. Il riferimento è a “educare i bambini e i giovani alla democrazia” e all’opportunità di “fare una esperienza di cittadinanza”; a “creare in loro un senso di appartenenza”; a “favorire una convivenza pacifica, insegnando loro a confrontarsi e a negoziare, alla ricerca di soluzioni comuni che soddisfino tutte le parti in causa”; ad “attuare in modo coerente la convezione dell’Onu sui diritti dell’infanzia”; e infine a “mettere in rete tutto ciò che il Comune offre”.
I motivi che hanno spinto verso una nuova politica dell’infanzia e della gioventù, d’altra parte, sono “importanti”, rimarca Francesca Frigerio, e “crediamo fortemente che avranno un impatto positivo su tutta la popolazione di Stabio”. Ciò, rilancia, “permetterà di rendere ulteriormente attrattivo il comune per le famiglie”. Come dire che sarà utile pure a promuovere il marketing territoriale. In conclusione, a venire in aiuto, richiama la capadicastero, è la saggezza africana. Un proverbio ricorda che ‘per crescere un bambino è necessario un intero villaggio’: “Auspico che la comunità di Stabio si senta il villaggio di ogni suo bambino”.
MENDRISIOTTO
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2025-01-10T08:00:00.0000000Z
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