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Sul nodo intermodale decideranno i ticinesi

Riuscita la domanda di referendum lanciata dal Comitato Salva Viale Cattori. Raccolte oltre 10mila firme; ne bastavano 7’000

Di Davide Martinoni

Riuscita la domanda di referendum contro il credito votato dal Gran Consiglio: raccolte oltre 10mila firme contro le 7mila necessarie. Si andrà quindi al voto popolare.

Domanda di referendum riuscita: per il nodo intermodale andremo a votare. La decisione riguardo a un tema muraltese, che in realtà si estende a tutto il contesto regionale, spetterà dunque all’intera popolazione ticinese.

Ieri, lunedì, una rappresentanza del Comitato del referendum Salva Viale Cattori (www.salvavialecattori.ch) ha consegnato alla Cancelleria di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona un malloppo di 9’431 firme che hanno già ottenuto la vidimazione dei Comuni interessati. Per la riuscita della domanda di referendum ne sarebbero bastate 7’000. Altre 479 sottoscrizioni sono tuttora in fase di vidimazione e il Comitato spera di poterle recapitare entro oggi, martedì 19 novembre, data termine per la raccolta delle firme.

Da notare che le persone che hanno firmato la domanda di referendum sono state complessivamente 10mila 884. “Purtroppo – considera il Comitato referendario – 974 di queste sottoscrizioni sono state stralciate nella fase di vidimazione poiché non ritenute conformi ai disposti di legge in vigore per il referendum”. Ma anch’esse hanno “un ‘peso etico’, nel senso che esprimono pur sempre la sensibilità di persone attente e favorevoli a un uso più rispettoso e meno invasivo del territorio toccato dalla realizzazione del nodo intermodale”.

Il Comitato promotore della domanda di referendum si dice “molto soddisfatto del risultato ottenuto in soli 45 giorni. Allo stesso tempo c’è però la grande delusione per l’arroganza, miopia e sordità dimostrate dalla politica che, con la propria inflessibile decisione unilaterale, ha portato all’inevitabile lancio di questo referendum a livello cantonale. Coscienti dell’importanza di trovare in tempi brevi la soluzione che possa finalmente riscuotere il consenso di tutte le parti coinvolte, compresa la popolazione, l’invito a chi di dovere è quello di non attendere il risultato delle urne per chinarsi seriamente e con professionalità sulla tematica”.

‘Per un progetto sensato e rispettoso’

L’intento comune, prosegue il Comitato Salva Viale Cattori, “è solo quello di ottenere un progetto finale sensato e rispettoso di sicurezza, ambiente e territorio”. Comitato che “di cuore ringrazia tutti coloro che hanno firmato la domanda di referendum, coscienti che l’insensata pianificazione del nodo intermodale alla Stazione Ffs di LocarnoMuralto, imposta da Bellinzona con la realizzazione della tanto osteggiata variante di base, farà unicamente spendere parecchi milioni dei contribuenti. E ciò penalizzando solo e ulteriormente il continuo e frenetico flusso pedonale, la già caotica viabilità, la qualità di vita dei residenti, l’attività dei commercianti, le zone sensibili, un’area turistica di forte richiamo ecc. senza risolvere le principali criticità a oggi presenti nella zona della Stazione (in particolare, l’assenza di un sottopassaggio pedonale fra i due versanti di via Stazione)”. Ora, è la conclusione del Comitato referendario, “il voto deciderà se sarà il buonsenso a prevalere oppure se sarà la politica dell’imposizione a tutti i costi, ormai priva di argomentazioni di fronte al pantano da lei stessa creato. Grazie ancora ai numerosissimi cittadini che da ogni parte del Ticino, con la propria sottoscrizione, hanno dimostrato senso civico e, soprattutto, l’attaccamento a una porzione del territorio in prossimità del lungolago, posta al centro dell’agglomerato Locarnese, unica e molto frequentata da tutti”.

La storia infinita

Al voto popolare si arriverà dopo un periplo durato anni e iniziato nel 2019, con la dichiarazione d’impegno per realizzare il nodo intermodale (opera PaLoc) firmata da Consiglio di Stato, Comuni di Muralto e Locarno, Cit e Ffs. Nel 2021 il Cantone aveva allestito il progetto stradale per le parti di sua competenza e il Municipio di Muralto portato al voto del suo Consiglio comunale la proposta di modifica di Pr per il comparto Ffs e la richiesta di credito per le proprie parti d’opera. Delibere che però erano inciampate in tre ricorsi e in una domanda di referendum. Il 10 novembre del ’21 il governo aveva accolto i ricorsi e annullato le decisioni comunali.

Giunto a un punto morto, immediatamente dopo (17 novembre) il Consiglio di Stato aveva deciso di decurtare a priori il credito destinato all’attuazione di diverse misure PaLoc2 e PaLoc3, togliendo quanto sarebbe servito per il nodo intermodale. Poi la patata bollente era finita nelle mani della Delegazione delle autorità (Da), nel cui ambito Muralto aveva conferito mandato a uno specialista per studiare soluzioni alternative. L’unica percorribile oltre alla variante di base (progetto originario) risultava essere la 1A, che però, secondo la Da, avrebbe dovuto essere approfondita. Perciò il Municipio aveva chiesto un ulteriore credito di 162mila franchi, che però il Consiglio comunale aveva clamorosamente bocciato. Quindi, considerata la necessità di procedere entro fine 2025 per non perdere 5,4 milioni di contributi federali, la Da (settembre 2023) aveva deciso di proseguire con la soluzione originaria. Soluzione che però a Muralto piaceva a ben pochi, tanto che una petizione lanciata dal Comitato Salva Viale Cattori (contrario soprattutto al passaggio di 250 bus al giorno risalendo viale Cattori) aveva raccolto oltre 4’000 firme con cui si chiedeva di risparmiare il lungolago e viale Cattori dai bus e realizzare un sottopasso su via della Stazione. Per viale Cattori qualche piccola concessione (più parcheggi) era arrivata, mentre non erano state ravvisate le condizioni per “aprire” all’ipotesi sottopasso.

Su queste basi, il 17 settembre scorso il Gran Consiglio aveva votato un credito netto di 7,1 milioni di franchi e autorizzato la spesa di 16,6 milioni per la riorganizzazione del nodo intermodale. Il voto popolare cui saremo chiamati riguarderà appunto le ultime decisioni parlamentari.

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2024-11-19T08:00:00.0000000Z

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