Strada delle Vattagne, a che punto siamo coi lavori
Parla Stefano Baggi, capo dell’Ufficio dei pericoli naturali
Di David Leoni
Lungo la strada cantonale che da Ponte Brolla conduce a Solduno sono iniziati in questi giorni i lavori di esbosco (compiuto con l’ausilio di un elicottero) necessari alla preparazione del cantiere per la posa delle reti paramassi. L’area interessata dai lavori è quella toccata dal franamento di massi e terriccio verificatosi, a due riprese, nel corso del mese di settembre. Nel primo caso, il 14 settembre, lo ricordiamo, si era trattato di un crollo, dove il materiale staccatosi si è depositato alla base della parete rocciosa. La sera del 23 settembre, invece, lo smottamento aveva provocato la caduta a valle di materiale, parte del quale aveva raggiunto la linea ferroviaria (Fart-Centovallina) e la strada cantonale sottostanti (lambendo addirittura una casa e costringendo gli inquilini all’evacuazione precauzionale). Episodio che aveva comportato la chiusura per alcuni giorni della viabilità (bloccando anche i treni della Centovallina) con tutte le conseguenze del caso a livello di mobilità regionale.
A spiegarci modi e tempi dei lavori è Stefano
Baggi, nuovo capo dell’Ufficio dei pericoli naturali, degli incendi e dei progetti in seno al Dipartimento del territorio: «A livello geologico sono state eseguite le necessarie verifiche e valutazioni ed è comunque tuttora in corso uno studio da parte di uno studio di geologia per analizzare la situazione anche sulle pareti rocciose oltre la zona interessata dal crollo. Dalle prime analisi è emersa la necessità di far capo a delle reti paramassi provvisorie, in modo da permettere di circolare a treni e auto e consentire di preparare il terreno per la realizzazione delle necessarie opere di premunizione. Attualmente sono infatti in corso gli interventi preparatori, tra cui il taglio puntuale di alberi per poter procedere con l’installazione delle reti paramassi definitive. Parallelamente è stato approntato un sistema di monitoraggio della parete, collegato a sistemi di allarme, che permettono di avvisare tempestivamente i rispettivi operatori in caso di movimenti sospetti».
I sistemi di rilevamento attivi
Nell’ambito dell’analisi condotta dal geologo, ci si è concentrati in un primo tempo sull’area dello smottamento. Si prevede inoltre di estendere questa analisi in modo da avere una visione più completa della situazione. «Tutti i partner interessati (Comune di Locarno, Fart, Centro manutenzione delle strade cantonali) sono coinvolti in questo progetto e informati. Il sistema di monitoraggio continuo della parete rocciosa installato subito dopo l’accaduto si basa su misurazioni tramite teodolite ed estensimetri (questi ultimi misurano i movimenti delle fessure della roccia). Ciò consente anche agli operai impegnati sul cantiere di svolgere il loro compito in tutta sicurezza. In caso di movimenti anomali si provvede all’evacuazione del personale e alla chiusura di strada e ferrovia».
E in futuro?
Impossibile, secondo Baggi, affermare attualmente con certezza se, in futuro, potranno verificarsi ulteriori franamenti di una certa rilevanza: «Ricordiamoci che il pendio è caratterizzato da una parete rocciosa che, nella sua naturale e normalissima dinamica, può comportare la caduta di sassi. Non si può attribuire un indice di stabilità né prevedere franamenti futuri. Quel che è certo è che una volta ultimato lo studio si disporrà di una visione più ampia e chiara di tutta la zona» – conclude il nostro interlocutore.
LOCARNO E VALLI
it-ch
2025-11-28T08:00:00.0000000Z
2025-11-28T08:00:00.0000000Z
https://epaper.laregione.ch/article/281775635458064
Regiopress SA