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Speranza e cambiamento ricordando Federico Mari

L’Associazione Telefono Sos Infanzia ha assegnato il Premio Federico Mari ad associazioni che si occupano del sostegno di minori bisognosi

Di Prisca Colombini

L’Associazione Telefono Sos Infanzia ha premiato quattro enti del territorio impegnati nello sviluppo di iniziative che rispondono ai bisogni dei minori.

Sono progetti che rappresentano un «simbolo di speranza e cambiamento», ma che sono anche «il risultato del lavoro collettivo e della forza di una rete di persone unite per un obiettivo comune: costruire una comunità che sappia accogliere e proteggere chi è più vulnerabile». La nona edizione del Premio Federico Mari ha premiato sabato a Chiasso quattro associazioni attive sul territorio e i loro progetti a sostegno dei minori bisognosi scelti tra i 14 presentati. I quattro enti hanno ricevuto cinquemila franchi ciascuno per poter finanziare i progetti presentati. Il premio creato nel 2015 dall’Associazione Telefono Sos Infanzia in memoria del suo storico fondatore e coordinatore, scomparso nel novembre 2014, ha finora devoluto 169mila franchi a 42 associazioni. Le volontarie Paola

Robbiani, Lidia Canonico e Tina Mantovani sono consapevoli che «la strada è ancora lunga. Quando Chiasso ci ha adottato nel 1988 nessuno parlava di maltrattamenti. Insieme possiamo continuare a costruire un futuro migliore per i nostri giovani, affinché ogni bambino e ogni ragazzo possa crescere sereno, accompagnato dal calore della comunità e dall’attenzione di chi crede fermamente nel valore del volontariato».

Il lavoro di don Giusto della Valle

Dice di «non essere un angelo, né un signore» ma don Giusto della Valle e la sua Associazione San Martino in Rebbio stanno portando avanti un lavoro con i «figli di persone che vengono da ogni parte del mondo – ha spiegato don Giusto –. Un territorio che aggrega su una base etnica e religiosa è molto importante, anche se chi amministra la città a volte non vuole capire che è fondamentale per costruire un futuro bello e vissuto insieme». Il Premio Mari permetterà di «organizzare più doposcuola per bambini delle scuole elementari e medie per aiutare chi fa un po’ più fatica, ma anche creare gruppo, vicinanza e capacità di progettare il futuro insieme». In questi anni don Giusto ha accolto «famiglie con bambini, a volte anche respinte dalla Germania e dalla Svizzera (ultimamente molto meno) e dato la disponibilità a ospitare persone e famiglie che arrivano attraverso i corridoi umanitari in Italia». Circa settemila persone dal 2016 provenienti da Afghanistan, Niger, Libano. Da giugno sono invece 44 le persone arrivate e accolte dopo essere «state obbligate a scappare dal terrorismo» da Afghanistan, Mali e Nigeria. L’Associazione è impegnata a «dare una mano a queste famiglie in cui i genitori sono un po’ anziani e si trovano catapultati in un mondo completamente diverso e con parecchi figli. Lavoriamo – ha concluso don Giusto – su una linea di educazione, formazione professionale, fraternità, con convivialità tra i popoli, che non è la stessa seguita da chi rappresenta il popolo italiano».

Mai Più Sola tra gli adolescenti

Nata nel 2022 dopo l’esperienza diretta della sua presidente Deborah Magagna, l’Associazione Mai Più Sola ha l’obiettivo di fornire un aiuto concreto e immediato alle donne che subiscono violenza domestica. Con il passare dei mesi l’attività si è allargata e «abbiamo preso a cuore anche tutti gli adolescenti che hanno dei problemi: tanti scompaiono e scappano per ribellione. Tre ragazzine che erano scappate dagli istituti, perché purtroppo in Svizzera le porte chiuse degli istituti non ci sono, le abbiamo ritrovate a Milano in quartieri che fanno paura». L’Associazione vuole quindi fare il suo perché «il disagio giovanile c’è e cresce sempre di più. Purtroppo sta diventando una società veramente brutta per questi poveri giovani». Oltre a organizzare tavole rotonde, Mai Più Sola lavora anche nelle scuole con «diversi progetti di sensibilizzazione dove accogliamo i ragazzi, i loro disagi e le loro paure delle quali non riescono a parlare nemmeno con le figure dei docenti mediatori. Cerchiamo di indirizzarli al meglio e dare loro tutto il nostro sostegno».

La socializzazione passa da La Tartaruga

Il centro di socializzazione La Tartaruga di Balerna accoglie «ininterrottamente da 40 anni» mamme e bambini fino ai 4 anni. «Il mantra del nostro asilo inclusivo è accoglienza – ha detto Mariella Zaramella, intervenuta a nome dei 40 volontari attivi nella struttura –. Ai bambini tra gli 0 e i 4 anni viene offerto uno spazio di gioco, mentre i loro accompagnatori adulti hanno la possibilità di incontrarsi, creare nuove amicizie e scambiare esperienze». In questi anni difficili «cerchiamo in particolare di aiutare le famiglie appena arrivate in paese, provenienti soprattutto da nazioni in guerra, a inserirsi più facilmente nella nostra comunità per contrastare l’isolamento». Oltre all’animazione, La Tartaruga «propone anche incontri informativi sui temi legati al benessere dei bambini e della genitorialità» a cui vanno aggiunte «attività di integrazione». Tra le occasioni di incontro sono state proposte delle colazioni interculturali. «Desideriamo proseguire con questa iniziativa, ottimizzandola e offrendo con regolarità colazioni, pranzi o cene, strutturando meglio spazi e attrezzature del locale cucina, rendendoli più funzionali».

Abba e la scuola in Kenya

«Una scuola è molto più di una costruzione». Lo sanno bene responsabili e soci dell’Associazione Abba – Abbastanza per tutti, impegnati nella costruzione di un complesso scolastico per 500 alunni di scuola primaria e secondaria a Dundori, in Kenya, a 150 chilometri da Nairobi e a 2’700 metri di altitudine. «Ci occupiamo anche della formazione professionale e questa struttura viene costruita secondo le nuove norme del governo keniota – ha spiegato Michelle Antonini –. L’obiettivo è migliorare la qualità dell’istruzione e fornire accesso alla formazione professionale. Gli studenti possono risiedere al centro, beneficiando di momenti di doposcuola guidati dai docenti».

Le associazioni premiate presenteranno quanto realizzato nel corso della cerimonia dell’anno prossimo. Un esercizio svolto sabato, non senza commozione, dai premiati nel 2023: Aletheia Rcs - Refugee Camp Support, Ridere per vivere Ticino, Chajra Runaj Masis, Solidarietà con i bambini del Congo Rdc e Noi ci siamo!.

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2024-12-02T08:00:00.0000000Z

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