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Chiavi ai molinari? ‘Legittimati, abbiamo pure la ricevuta...’

L’avvocato Costantino Castelli replica a Valenzano Rossi

Di Dino Stevanovic

A Lugano non c’è nessun ‘affaire chiavi dell’ex Macello’. Almeno secondo l’avvocato Costantino Castelli. Da noi sentito, il legale dell’Associazione Alba, che rappresenta gli interessi degli autonomi, replica alle dure accuse della capodicastero Sicurezza Karin Valenzano Rossi, apparse sull’edizione di ieri del ‘Corriere del Ticino’.

In breve: come svelato dal quotidiano di Muzzano, dopo la manifestazione Pro Pal di sabato pomeriggio, una parte dei manifestanti riconducibile ai molinari ha tenuto una festa all’ex Macello. Gli autogestiti sono entrati nello stabile dopo un confronto tra il sindaco Michele Foletti, Valenzano Rossi stessa, il capodicastero Immobili Raoul Ghisletta e Castelli. È stato il sindaco ad autorizzare eccezionalmente la festa, per evitare presunti disagi in centro città, alla condizione (rispettata) di lasciare lo stabile entro l’1. La vera sorpresa, stando alla municipale del Plr, è che gli autonomi fossero in possesso delle chiavi dell’ex Macello. Valenzano Rossi ha puntato il dito in particolare contro il Dicastero immobili, colpevole secondo lei di aver fornito gli accessi agli ex occupanti dell’edificio, parlando di “atto inaccettabile”.

Ghisletta: ‘Tempesta in un bicchier d’acqua’

Da noi contattati, sia Foletti sia Ghisletta confermano quanto già dichiarato dal primo al ‘Cdt’: a consegnarle non sarebbe stato il municipale socialista. «No, io non sono stato, non sono mica San Pietro (ride, ndr) – dice in particolare Ghisletta –. Scherzi a parte, adesso stiamo ricostruendo l’accaduto: porteremo il rapporto domani (oggi, ndr) in Municipio. Finché non sapremo esattamente come è andata, preferisco non aggiungere nulla. E forse sarebbe stato meglio se anche qualcun altro avesse aspettato di conoscere tutti i dettagli prima di sparare... invece si è creata una tempesta in un bicchiere d’acqua». Per capire meglio cosa sia successo abbiamo quindi sentito Castelli, presente sabato sia al pomeriggio sia alla sera.

«Ho parlato con il sindaco, era preoccupato perché aveva ricevuto informazioni da parte di chi temeva un’occupazione dello stabile e in effetti la polizia era presente nell’area – ci dice l’avvocato –. Poi sono stato contattato e ho spiegato che non c’era quello scopo e quindi è stato trovato l’accordo con il sindaco (accesso allo stabile a determinate condizioni, ndr)». E le chiavi? Castelli conferma di averle avute con sé. «Le chiavi ci sono state consegnate in via ufficiale, abbiamo anche la ricevuta – precisa –. C’è un accordo, che abbiamo siglato con l’avvocato del Municipio (Elio Brunetti, ndr), che prevedeva che noi acconsentissimo al dissequestro delle macerie ritirando la denuncia di parte per danneggiamento (dei numerosi oggetti rimasti sotto le ruspe nel 2021, dopo quasi vent’anni di esperienza di centro sociale, ndr). In quel contesto, abbiamo anche definito di andare a recuperare gli oggetti di proprietà del Molino».

Il legale dell’Associazione Alba: ‘Le abbiamo nell’ambito dell’accordo’

E non si parla di due-tre cose. «Anzi, è tanta roba: installazioni artistiche, anche di grosse dimensioni, impianti, mobilio di vario genere, effetti personali. È vero, come termine entro il quale andare a prendere queste cose era stata concordata la data del 15 novembre, che però era indicativa. Di comune accordo con i servizi della Città è stato deciso di recuperarle con un po’ più di calma, proprio perché ce ne sono tante e ci vuole tempo. Ed è per questo che abbiamo le chiavi. Ci sono state consegnate in maniera legittima». Castelli sottolinea che le chiavi al momento sono ancora da lui, anche perché qualche oggetto è ancora rimasto e sarà necessario recarsi all’ex Macello un’ultima volta per recuperare proprio tutto. Nell’attesa che ciò accada, resta da capire se vi sia stato un corto circuito a livello comunicativo all’interno del Municipio o tra Esecutivo e servizi, all’origine dell’indignazione della municipale. Oppure, se vi sia stato effettivamente l’errore di qualcuno e se sì, di chi e perché.

D’altra parte, il dossier sulla controversa demolizione parziale dell’ex Macello è un nervo scoperto per la Città e per la capodicastero in particolare. Quest’ultima, assieme al vicecomandante della Polcantonale Lorenzo Hutter, figura infatti ancora formalmente indagata per reati perseguibili d’ufficio, tra i quali abuso di autorità, dopo la denuncia sporta dai Verdi. Sul caso sta indagando il procuratore generale Andrea Pagani che, dopo una prima veloce (e definita poi “lacunosa” dalla Corte dei reclami penali) inchiesta, ha riaperto l’incarto dopo che la Crp ha dato ragione all’Associazione Alba, che aveva impugnato il decreto di abbandono. Una decisione è attesa per i primi mesi dell’anno.

LUGANESE / MENDRISIOTTO

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2025-12-23T08:00:00.0000000Z

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