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Ipotesi referendum obbligatorio

Basterebbe un terzo dei deputati. Fiorenzo Dadò, correlatore del rapporto sul sorpasso di spesa: ‘Giusto fare domande, ma evitare il voto popolare’

Di Dino Stevanovic

Le sorprese sul fronte del tram-treno potrebbero non essere finite. Dopo la notizia che la Ferrovie Luganesi (Flp) Sa ha chiesto al Dipartimento del territorio (Dt) di approfondire l’eventualità di anticipare alcune misure previste nell’ancora embrionale Fase 2, come il raddoppio di binari di alcune tratte fra Bioggio e Ponte Tresa e l’allungamento della rete dal terminale di Lugano centro al Campo Marzio, la politica si sta interrogando sull’eventuale impatto di queste decisioni sull’opera. L’Udc ha chiesto alla Commissione della gestione il ritiro del rapporto, quest’ultima ha convocato in audizione i consiglieri di Stato martedì prossimo per avere chiarimenti prima di rispondere. E i democentristi, da noi sentiti, nel caso si decidesse di mantenere il rapporto e restassero alcuni interrogativi di peso sul tavolo, stanno valutando di proporre al Gran Consiglio di votare l’imposizione del referendum obbligatorio sul messaggio che passerà settimana prossima sul forte superamento di costi.

‘È un’opera strategica’

Per il referendum obbligatorio, ricordiamo, è necessaria l’adesione di un terzo dei deputati. Non un’utopia dunque. Ma uno spauracchio, considerati sia l’entità dei costi sia soprattutto l’importanza del progetto da 766 milioni che dovrebbe rivoluzionare la mobilità del Luganese. Un’ipotesi che non piace a Fiorenzo Dadò (Centro), correlatore con Natalia Ferrara (Plr) del rapporto della Gestione sul messaggio del sorpasso di spesa. «Premettiamo che si tratta di un’opera strategica per tutto il Luganese e in generale per il cantone – osserva, da noi interpellato, il presidente centrista –. E non dimentichiamo che ha convinto la Confederazione, che lo finanzia in modo importante. La si sta studiando da anni e di per sé non è messa in discussione. Appena appresa la notizia (delle preoccupazioni sull’effettiva capacità dei convogli negli orari di punta dei giorni feriali espressa da Flp, all’origine della richiesta di approfondimenti al Dt, ndr), come Commissione abbiamo chiesto di avere un’audizione con i due consiglieri di Stato (Claudio Zali e Norman Gobbi, ndr) e i funzionari incaricati. Ci attendiamo i chiarimenti richiesti».

‘Approfondimenti doverosi, ma...’

«È giusto e doveroso fare tutti gli approfondimenti – prosegue Dadò –. Tuttavia, sarebbe veramente spiacevole che quest’opera venisse messa in discussione attraverso un referendum obbligatorio imposto dal Gran Consiglio. È importante chiarire e porre tutte le domande necessarie e che vengano sciolti i dubbi, solo così si può andare in aula martedì». Per il granconsigliere, il referendum in questo caso è da evitare «perché non si ripeta quanto già visto altre volte in Ticino con importanti progetti di viabilità. Basti pensare, ad esempio, alla variante 95 (il collegamento stradale A2-A13 sul Piano di Magadino bocciato alle urne nel 2007, ndr). A quasi vent’anni siamo ancora qui a discuterne... va a finire come nel Locarnese, che poi non si fa più niente. È questo che si vuole?». Fiorenzo Dadò, non la preoccupano però eventuali costi aggiuntivi a causa delle misure forse da anticipare o l’ipotesi che le corse del tram-treno non bastino per tutti gli utenti durante gli orari di punta? «Certo, ma se ne sentono un po’ di tutti i colori in questi giorni – la replica –. Va chiarito anche questo aspetto, con delle rassicurazioni e i nostri referenti sono i consiglieri di Stato, e sono loro che devono dare alla Commissione delle risposte e dirci se le preoccupazioni della Flp e degli altri attori intervenuti sono fondate o meno. Personalmente, leggendo anche alcuni contributi (il riferimento è a quanto dichiarato sull’edizione di ieri dal presidente dell’Associazione traffico e ambiente Bruno Storni riguardo alla linea di collina della Flp, ndr) non vorrei che si volessero inserire alcuni temi che non sono oggetto di questo messaggio o che sono già stati valutati. Da quanto abbiamo potuto approfondire in questi mesi, in base agli elementi che ci sono stati forniti anche in audizione, sembrava tutto in ordine per andare in aula». Fiducia parziale al governo dunque, ma non senza qualche critica. «La Commissione ha chiesto un miglioramento della comunicazione su questo importante progetto e una volta all’anno il governo ci dovrà informare su come procede l’opera, questo perché non vogliamo ulteriori sorprese. Del tema sollevato dalla Flp ad esempio non ci ha detto niente nessuno, né il governo, né nessun altro, ma l’abbiamo appreso dal giornale. Questo messaggio è al vaglio della Gestione da parecchi mesi, il rapporto è in mano a un presidente di partito e una vicepresidente di partito e dobbiamo leggere queste cose dalla stampa? Come mai ci si sveglia alcuni giorni prima della seduta? Non potevano interpellarci o scriverci in questi mesi per chiedere un approfondimento? Vale per tutti, questo non è un modo serio di lavorare».

Cittadini per il territorio: ‘Il servizio rischia di peggiorare’

Chi è un po’ meno sereno sul tema sono i Cittadini per il territorio del Luganese (Ctl). In una nota, oltre a critiche al rapporto Dadò-Ferrara (“riprende le richieste del governo e obbligherà i Comuni del Luganese a raddoppiare la loro partecipazione”), non ne lesina al progetto in sé. “Il servizio rischia di peggiorare – sostengono –: oggi, con un treno in doppia composizione ogni 15 minuti, si trasportano fino a 2’400 persone. Domani, con un treno semplice ogni 10 minuti, saranno trasportate al massimo solo 1’800 persone”. Ricordando alcune misure di ottimizzazione – come la rinuncia allo snodo di Cavezzolo e il mantenimento della linea di collina Flp –, i Ctl chiedono dunque “un’analisi seria e approfondita delle manchevolezze del progetto presentato”.

LUGANESE / MENDRISIOTTO

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2025-12-12T08:00:00.0000000Z

2025-12-12T08:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281797110323079

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