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Dall’inseguimento all’aggressione sessuale: 23enne condannato

Inflitta pena sospesa a giovane con disturbi psichici

Un brindisi estivo sul lungolago di Lugano. È stato così che il 23enne, presentatosi ieri di fronte alla Corte delle Assise criminali di Lugano, ha iniziato la serata del 10 agosto 2024. Tuttavia, dopo qualche presunto bicchiere di troppo – nonostante non potesse bere a causa di un trattamento farmacologico che stava seguendo –, si è messo sulle tracce di una ragazza che rientrava a casa. Circa 20 minuti di inseguimento a piedi, senza farsi notare, fino a quando la vittima, raggiunto il portone di casa sua a Massagno, si è fermata per cercare le chiavi nella borsetta. E proprio in quel momento è stata raggiunta dal 23enne del Liechtenstein, che l’ha aggredita alle spalle, le ha tappato la bocca e l’ha trascinata a lato dello stabile, in un luogo più discosto e buio. L’aggressore, condannato a due anni di pena sospesi per tre anni, dopo averla gettata a terra e bloccata, con una mano ha iniziato a masturbarsi, mentre l’altra l’ha infilata sotto i pantaloni della vittima, per poi desistere dopo che lei è riuscita a gridare e ad afferrare con forza le parti intime del 23enne, che ha quindi mollato la presa dandosi alla fuga.

Incastrato dalla carta di credito

Una fuga durata diversi mesi, ma interrotta dopo un «lavoro notevole fatto dalla polizia», come ha spiegato Demetra Giovanettina, avvocata della vittima costituitasi accusatrice privata. Da quella sera fino allo scorso mese di marzo – quando il giovane è stato posto in carcerazione preventiva –, gli inquirenti hanno controllato tutti i pagamenti effettuati con carta di credito nei bar di Lugano e dintorni nelle ore precedenti l’aggressione, fino a quando hanno trovato un riscontro con le immagini della telecamera presente nei pressi dell’abitazione dell’aggredita. In aula, davanti alla Corte presieduta da Monica

Sartori-Lombardi – giudici a latere Chiara Ferroni e Renata Loss-Campana – il ragazzo ha ammesso i fatti, ha spiegato di essersi vergognato per quanto commesso e che ha scritto una lettera di scuse.

La procuratrice pubblica Anna Fumagalli, in una requisitoria breve – in quanto aveva già trovato un accordo sulla durata della pena con l’avvocato d’ufficio del 23enne, Paolo Bernasconi – ha specificato che «si tratta di atti gravi. L’ha inseguita per ben venti minuti e ha avuto tutto il tempo per rendersi conto che era meglio non agire in quel modo». A favore del ragazzo, la pp ha ricordato che il 23enne è affetto da una turba psichica.

‘Un momento di follia’

Nel suo intervento, Giovanettina ha definito il gesto compiuto dal condannato un «momento isolato di inspiegabile follia che ha impattato pesantemente sulla vittima, la quale si è trovata bloccata subendo un atto violento, invasivo e traumatico». Per l’avvocata, questa «brutalità gratuita», figlia dei «presunti effetti dell’alcol», ha causato conseguenze alla vittima che l’hanno portata a chiedere un risarcimento di 10mila franchi per torto morale. Invece, Bernasconi ha ricordato che «ci si trova di fronte a un giovane rimasto profondamente colpito da quanto ha commesso». La presidente della Corte ha accettato la proposta di pena concordata tra le parti e ha definito anche lei grave l’episodio, in quanto «ha agito per motivi egoistici, per assecondare i propri impulsi». A pesare per la Corte sono state le modalità dell’aggressione e il lungo inseguimento, mentre a favore del condannato vi sono «la giovane età e il sincero pentimento». In aula si è discusso anche di una possibile espulsione dalla Svizzera, ma la Corte ha ritenuto soddisfatte le condizioni per il caso di rigore, in quanto il 23enne studia in Svizzera e segue una cura psichiatrica nel Canton San Gallo, che dovrà proseguire nei prossimi anni. Al giovane è stato inoltre vietato di contattare la vittima e di consumare alcolici, e un risarcimento di 7mila franchi a favore della vittima.

LUGANESE / MENDRISIOTTO

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2025-12-16T08:00:00.0000000Z

2025-12-16T08:00:00.0000000Z

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