Lavori ai Cuntitt, gruppo di cittadini lancia il referendum
L’investimento da mezzo milione? ‘Esagerato’
Di Daniela Carugati
Era nell’aria da un po’. E lo si era percepito subito; sin da quando il dossier era approdato sui banchi del legislativo, riuscendo a dividere la Commissione della gestione, sul fronte dei critici Sinistra e Verdi e Per Castello. In effetti, il malumore che nelle ultime settimane ha attraversato le vie di Castel San Pietro e si è palesato proprio ai commissari contrari ha viepiù preso forma e sostanza. Un gruppo di cittadini – rigorosamente senza etichette partitiche – ha infatti dato voce all’intenzione di portare al voto la popolazione locale. L’oggetto del contendere? L’ultimo investimento proposto dal Municipio e approvato il 28 aprile scorso dal Consiglio comunale – a maggioranza – con l’intento di mettere mano alla cucina e agli spazi interni della masseria Cuntitt. Quel mezzo milione destinato a finanziare i lavori di ristrutturazione all’interno dei locali che ospitano il ristorante stellato è però rimasto sullo stomaco a molti. Il progetto? “Esagerato”, liquidano oggi i promotori del referendum che da ieri sono determinati ad andare porta a porta per raccogliere firme sufficienti a mettere in consultazione la risoluzione consiliare.
Parte la raccolta firme
Ormai il dado è tratto, ci fa capire Corrado Motta, tra i fautori della mobilitazione popolare che già ora sembra attraversare in modo trasversale l’opinione pubblica. Certo, i tempi stringono: i referendisti avranno poco più di un mese per far coagulare attorno alla loro proposta il consenso necessario. E l’obiettivo, ci conferma Motta, è quello di superare con agio il quorum previsto, avvicinandosi alle 500 sottoscrizioni. Solo così, ci fa capire, la consultazione potrà essere davvero rappresentativa del sentire comune.
Le ragioni dei contrari
Quali sono, però, le ragioni che muovono i contrari alla riorganizzazione della masseria e ancor più al credito accantonato? Innanzitutto, il contrasto con il lascito originario della famiglia Bettex. Lo stesso che ha alimentato lo spirito sociale di un recupero, quello della masseria, a cui la donazione ha contribuito in modo sostanzioso e che proprio la popolazione di Castello ho voluto fortemente, votandolo a maggioranza nel settembre del 2013. Poi c’è il nodo finanziario. «È una questione di coerenza – ci spiega uno dei promotori –, soprattutto dopo il previsto aumento della pressione fiscale». Ritocco verso l’alto che da quest’anno porterà il moltiplicatore a quota 65 per cento per le persone fisiche e al 70 per cento per le persone giuridiche. «Ci si domanda, quindi, se quel mezzo milione non potesse essere risparmiato a fronte dei sacrifici chiesti all’intera comunità», argomenta ancora Motta. Tanto più che l’investimento, come si scandisce a chiare lettere nella motivazione che accompagna la raccolta firme, interessa un ristorante di lusso, una Sagl privata. E tutto ciò “senza un piano di rientro sicuro”, si parla di un ammortamento trentennale. Nel frattempo, si rincara la dose, si risparmia sulle famiglie. In effetti durante la stessa serata il legislativo, prima, ha dato via libera all’intervento ai Cuntitt, poi ha scelto di reintrodurre la partecipazione finanziaria dei nuclei familiari alle spese per la mensa scolastica.
Non si può poi trascurare, fa notare ancora Motta, che si usano due pesi e due misure con i due ritrovi di proprietà comunale, la masseria appunto e la Montanara a Monte, a favore della quale si è faticato, ci dice, ad acquistare dei mobiletti per la cucina. Ecco che quest’ultimo impegno verso i Cuntitt è apparso «fuori luogo», nonostante gli argomenti addotti dall’Esecutivo. Ovvero l’annuncio di un “adeguato aumento del canone di locazione” prospettato all’Osteria e il carattere conservativo dell’operazione.
MENDRISIOTTO
it-ch
2025-05-28T07:00:00.0000000Z
2025-05-28T07:00:00.0000000Z
https://epaper.laregione.ch/article/281822879724193
Regiopress SA
