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Luis Sérgio Person e ‘Il Cinema ritrovato’

Il film brasiliano restaurato brilla nella 39esima edizione

Di Ugo Brusaporco

‘Il Cinema ritrovato’, giunto alla 39esima edizione (fino a domenica) è la manifestazione cinematografica bolognese di punta, nata dalla storica Mostra internazionale del cinema libero di Porretta Terme (19601982), fondata da Cesare Zavattini per far conoscere tutto quanto nel cinema fosse sconosciuto al grande pubblico. Specializzatasi anche nel restauro dei film, l’evento continua nella sua missione anche grazie alla Cineteca di Bologna, divenuta principale promotrice. Un lavoro forse poco conosciuto e celebrato, quello di restauro, ma che permette a film anche recenti come ‘The zone of interest’ di Jonathan Glazer di essere ritrovato gratuitamente in Piazza Maggiore, la stessa piazza in cui il pubblico ha potuto vedere ‘The Gold Rush’ di Charlie Chaplin nella versione sonora del 1942, con musiche riadattate e dirette da Timothy Brock per la versione del 1925, eseguite dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.

Il nostro oggi, senza pietà

Ma la grande sorpresa del Festival è stata il ritrovamento integrale restaurato de ‘São Paulo Sociedade Anônima’ (1965) di Luis Sérgio Person (1936-1976), una delle indispensabili meteore del cinema brasiliano e mondiale. Person frequentò negli anni 60 il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma insieme al maestro cubano Tomás Gutiérrez Alea, esperienza più che fondamentale per la sua visione di cinema che lo distinse nel panorama del cinema brasiliano dell’epoca. Quello che il regista riesce a comporre, grazie alla macchina da presa di Ricardo Aronovich, è un film che, non dimentico della lezione politica di un film imprescindibile com’è ‘Metropolis’ di Fritz Lang, va oltre la lettura che annuncia nel 1927 la tragedia del nazismo: mezzo secolo dopo, ci mostra la stessa situazione, con il protagonista Carlos (un sorprendente Walmor Chagas), alle prese con la prima globalizzazione, la nascita della metropoli San Paolo. Il film è sublime nella sua potente denuncia di un capitalismo mafioso e fascista. Magnifica è la scena in cui la bambina del capitalista canta ‘Giovinezza’ redarguita dal padre, che la invita a cantarla solo in privato.

Carlos non è Dante in un viaggio verso un inferno chiamato futuro, è un uomo che si carica il destino di donne e uomini, e vede morire suicida chi ama, e si vede sposo di un’arida arrivista, e si vede amico di un corrotto corruttore. E cerca di combattere e poi fuggire, scopre il fallimento di un mondo senza pietà, dove gli sfruttati sono derisi. Ma nulla può e resta condannato all’essere massa inutile e derisa. Film immenso nel raccontare il nostro oggi senza pietà, dove l’urlo resta soffocato dall’unica possibilità di morire. Applausi e ancora applausi davanti a uno specchio che, terrorizzati, ci ritrae.

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2025-06-27T07:00:00.0000000Z

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