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La prova letteraria dell’intelligenza artificiale

Un confronto tra un’autrice umana e una IA: non la solita sfida macchina e mente umana, ma un esperimento per immaginare nuove strade letterarie

di Ivo Silvestro

‘Viaggio oltre l’ignoto’ mette a confronto un racconto di Valentina Federici con uno realizzato da una IA. Non un duello, ma l’esplorazione di nuove forme di creatività.

Dare le stesse indicazioni per un racconto per ragazze e ragazzi a una autrice umana – ed è già strano dover precisare “umana” – e a una intelligenza artificiale, pubblicando insieme i due testi.

La prima impressione, sfogliando ‘Viaggio oltre l’ignoto’ di Valentina Federici e, appunto, un’Intelligenza artificiale pubblicato da Il castoro, è quella della classica gara tra macchina e mente umana. Una versione aggiornata della celebre sfida a scacchi tra Garry Kasparov e il computer Deep Blue del 1996-97 o, andando ancora più indietro nel tempo, dei confronti tra esperti di soroban (l’abaco giapponese) e i primi calcolatori elettronici svolti negli anni Quaranta del Novecento. Il copione potrebbe essere lo stesso: meraviglia per la prestazione della macchina accompagnata dalla consolatoria osservazione che l’umano ha ancora qualcosa in più, salvo poi arrivare rapidamente ad accettare la superiorità del computer in quella particolare attività, come il calcolo, gli scacchi e forse tra qualche anno la letteratura.

Perché sì, la differenza tra ‘Cuore d’onda’, scritto dall’IA, e ‘Sette giorni’ di Valentina Federici è evidente (vedi la recensione alla fine dell’articolo), ma il racconto “artificiale” è, per quanto inferiore a quello “naturale”, comunque migliore di molta narrativa dozzinale che si trova in giro. E le intelligenze artificiali generative basate su modelli linguistici di grandi dimensioni (in inglese ‘Large language model’ o Llm) come ChatGpt sono in rapida evoluzione, per quanto secondo diversi esperti ci si sta rapidamente avvicinando al limite di questa tecnologia. Prepariamoci quindi a racconti e romanzi ideati e scritti senza intervento umano o al dubbio se dietro quello pseudonimo si nasconda una persona in carne e ossa o un algoritmo in codice e dati. Non è tuttavia questo il mondo ignoto verso il quale, con questo progetto, ci hanno voluto portare i tre editor e curatori del libro, Pierdomenico Baccalario, Marco Magnone e Davide Morosinotto. Certo, la curiosità di vedere che cosa distingue un essere umano da una macchina c’è (e, come riportato nella postfazione, non è quello che i tre si aspettavano all’inizio). Ma, soprattutto, c’è il desiderio di comprendere meglio le capacità e i limiti della mente umana e di quella artificiale nel campo della narrazione. Da questo punto di vista, più che la lettura dei due racconti, è interessante vedere tutto il percorso creativo, illustrato nella prefazione insieme a una comprensibile – il libro si rivolge a ragazze e ragazzi – ma non banale spiegazione di come funzionano gli Llm. Baccalario, Magnone e Morosinotto hanno fornito l’ambientazione e lo spunto narrativo, lasciando a Valentina Federici e all’IA prima trasformare quell’idea in una sinossi (un riassunto breve) e poi in un trattamento (con più dettagli e la suddivisione in capitoli). Sono poi state realizzate le schede dei personaggi e le scalette dettagliate di ogni capitolo, passando poi a una prima stesura seguita dalle successive riscritture fino alla versione finale. A ogni passaggio gli editor – come del resto capita comunemente, almeno con le case editrici serie – hanno fornito indicazioni e suggerimenti (ma senza intervenire direttamente sul testo). Né l’autrice umana, né l’IA hanno semplicemente ricevuto la consegna “scrivi un racconto di una cinquantina di pagine” e tra l’altro è stato necessario utilizzare, per i vari passaggi, più strumenti di intelligenza artificiale tra cui uno, Sudowrite, appositamente pensato per la narrativa e in grado di memorizzare tutti i dettagli della storia (evitando ad esempio di far accidentalmente tornare in vita un personaggio morto, cosa che peraltro si racconta sia accaduto anche a grandi autori).

In questo esperimento le IA utilizzate e Valentina Federici si sono occupate di tutte le fasi del processo che ha portato dall’idea alla stesura definitiva. Ma potremmo pensare a situazioni ibride, con una intelligenza artificiale che si occupa delle schede dei personaggi, delle scalette dei vari capitoli o di altri compiti con cui un essere umano ha difficoltà (il classico esempio è il blocco da pagina bianca). Oppure una IA che si occupa della revisione del testo o suggerisce variazioni alla trama. È questo l’ignoto che il libro, con i suoi due racconti e la descrizione dettagliata dell’esperimento, ci vuole far esplorare: quello in cui le intelligenze artificiali generative sono uno strumento al servizio della creatività umana.

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2024-12-30T08:00:00.0000000Z

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