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L’IA potrà allenarsi con libri protetti da copyright

L’intelligenza artificiale di Anthropic, rivale di OpenAI e Google, potrà essere allenata con un libro coperto da copyright se legalmente comprato. Lo ha stabilito il giudice della corte distrettuale della California settentrionale, riguardo il chatbot Claude e in base alla disciplina del “fair use” prevista dalla legge statunitense sul diritto d’autore, paragonando l’addestramento dell’IA al modo in cui gli esseri umani imparano leggendo i libri. “Siamo lieti che il tribunale abbia riconosciuto l’uso di opere per addestrare i large language models”, ha dichiarato un portavoce di Anthropic. La decisione – che potrebbe creare un importante precedente in un momento in cui il mondo della cultura e dei contenuti guarda all’evolversi dell’IA – arriva dopo una class action intentata dagli autori Andrea Bartz, Charles Graeber e Kirk Wallace Johnson che hanno accusato Anthropic di aver copiato illegalmente i loro libri per addestrare Claude, il concorrente di ChatGpt. Secondo i documenti citati dal giudice, Anthropic acquistava libri protetti da copyright, ne scannerizzava le pagine e le archiviava in formato digitale con l’obiettivo di accumulare una biblioteca per addestrare i modelli di intelligenza artificiale. Il caso procederà invece con un processo per i danni relativi alle copie pirata usate, ciò che secondo il giudice costituisce una violazione del diritto d’autore indipendentemente dall’eventuale utilizzo della formazione. Anthropic ha dichiarato di non essere d’accordo su questa parte della decisione e che sta valutando le proprie azioni legali.

A Milano, nel frattempo

Un juke-box che invece delle canzoni legge l’incipit di un classico della letteratura con la voce di un attore. È il progetto per favorire la lettura e la conoscenza dei grandi scrittori e delle opere che hanno fatto la storia ideato da La Valle dei Libri, impresa sociale nata a Milano due anni fa con lo scopo di dare una seconda vita ai libri dismessi e rilanciare con la cultura il valore dei luoghi e delle comunità, che sarà presentato oggi Milano a Palazzo Litta. L’idea è piaciuta a Ibm che, in collaborazione con gli ingegneri informatici di Privacy Federation, ha sviluppato un apposito software. Per creare il juke box letterario è stato chiesto a critici, scrittori e poeti (tra cui Paolo Di Stefano, Isabella Bossi Fedrigotti, Aldo Cazzullo, Renzo Piano, Vivian Lamarque, Lella Ravasi, Daniele Novara, Corrado Stajano) di indicare i 10 libri ritenuti indispensabili per dar vita a una biblioteca personale. Di questi libri è stata preparata una sinossi ed è stata fatta una lettura a cura di teatri, attori, doppiatori. Gli ingegneri di Ibm hanno costruito un percorso con l’intelligenza artificiale, chiamato ‘Libraio, books in a journey’ grazie al quale si potrà chiedere direttamente al juke-box il tema del libro da scegliere, e verrà indicato quello contenuto nell’archivio digitale.

Il juke-box sarà presto ampliato di nuovi incipit d’autore, video d’arte e storia locale, e completato con una veste originale di design. L’obiettivo degli ideatori è di averne più di uno da poter localizzare in luoghi diversi, soprattutto dove la cultura fatica ad affermarsi.

CULTURE E SOCIETÀ

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2025-06-27T07:00:00.0000000Z

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