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Pogacar, poker d’assi tra le Foglie morte

Lo sloveno domina il Lombardia con il solito attacco da lontano. Stagione fantastica, ma il suo dominio non finirà per stancare gli appassionati?

Tadej Pogacar ha calato il poker. Ovviamente d’assi! Sabato lo sloveno ha vinto il Giro di Lombardia per la quarta volta consecutiva. Si è imposto in solitaria sul traguardo di Como, dopo aver attaccato a 48,5 km dall’arrivo. Pogacar ha coronato una stagione stratosferica con la vittoria nella Classica delle foglie morte. Ha tagliato il traguardo con 3’16’’ di vantaggio su Remco Evenepoel, il quale ha provato a chiudere il buco, ma ha costantemente perso terreno, a dimostrazione del livello dell’ennesima impresa del leader dell’Uae Emirates. Con questa quarta vittoria consecutiva, “Pogi” eguaglia Fausto Coppi, che vinse quattro volte tra il 1946 e il 1949. Tuttavia, l’italiano ha vinto il Giro di Lombardia cinque volte. Un record che difficilmente resisterà a lungo a uno sloveno intenzionato a riscrivere tutte le pagine del libro dei record del ciclismo, ma il cui dominio secondo molti inizia a diventare noioso e a togliere interesse al ciclismo.

«Ogni vittoria è speciale, la squadra ha lavorato duramente e siamo stati sotto pressione. Abbiamo seguito il piano e sono molto contento», ha detto Pogacar, ammettendo di aver iniziato, negli ultimi chilometri, a pensare alle vacanze. Come previsto – e temuto da tutto il gruppo – il campione del mondo, molto acclamato alla partenza di Bergamo, ha sferrato il suo attacco sul difficile passo di Sormano dopo che i suoi compagni di squadra, in particolare il bernese Marc Hirschi, il britannico Adam Yates e soprattutto il francese Pavel Sivakov, avevano preparato il terreno ideale per lo scatto decisivo. Ha poi accelerato proprio mentre il gruppo dei favoriti raggiungeva gli ultimi superstiti della fuga mattutina di una ventina di corridori. Lo spettacolo è iniziato e in un batter d’occhio è finito. Arrivederci e grazie, il sipario può calare sul Lombardia.

In una scena già vista più volte negli ultimi mesi, nessuno ha provato a seguire lo sloveno, che ha accumulato rapidamente un vantaggio considerevole, arrivando in vetta al Sormano con oltre un minuto di vantaggio sugli inseguitori. Pogacar ha aumentato il margine negli ultimi quaranta chilometri per vincere il settimo Monumento della sua carriera, con 3’16” di vantaggio su Evenepoel, al suo primo podio in Lombardia, e 4’31” sull’italiano Giulio Ciccone. Con quest’ultimo trionfo nell’ultima grande classica del 2024, Pogacar conclude come aveva iniziato una delle più grandi stagioni della storia. Vincitore del Tour de France, del Giro d’Italia, della prova su strada ai Mondiali di Zurigo, delle Strade Bianche, del Giro di Catalogna, del Giro dell’Emilia, del Gran Premio di Montreal e di due Monumenti (oltre al Lombardia anche la Liegi-Bastogne-Liegi), il ventiseienne sloveno ha vinto nove degli undici eventi a cui ha preso parte nel 2024, con l’aggiunta di sedici vittorie di tappa. Nel ventunesimo secolo solo un corridore, il velocista italiano Alessandro Petacchi, aveva vinto 25 gare in una stagione (2005). Il ventiseienne Pogacar è l’unico ad aver vinto il Tour, il Giro, i Campionati del mondo e almeno un Monumento nello stesso anno. Questa razzia può essere paragonata solo a quelle ottenute nel fiore degli anni dal “Cannibale” Eddy Merckx, per quanto i paragoni generazionali nel ciclismo valgano meno della carta straccia (troppo diversi i mezzi tecnici, le strade, la scienza applicata allo sport…).

Lo sloveno ha costruito la maggior parte dei suoi successi su lunghi e devastanti raid solitari, completando gli ultimi 81 km delle Strade Bianche in solitaria o attaccando a 100 km dal traguardo di Zurigo. La sua supremazia suscita inevitabilmente sospetti in uno sport da tempo afflitto dal doping. Il diretto interessato insiste sul fatto che queste pratiche appartengono a un’altra epoca e ritiene che il ciclismo di oggi sia “vittima del suo passato”, come ha ripetuto anche venerdì. Alla partenza di sabato a Bergamo, sotto un bel sole autunnale, la concorrenza è apparsa rassegnata e fatalista, come Matteo Jorgenson, vincitore della Parigi-Nizza a marzo, che ha confidato che “no”, non pensava di “poter vincere” a Como contro quello che è “di gran lunga il miglior corridore del mondo”. “Il 99% delle squadre pensa che Pogacar vincerà, e lo pensiamo anche noi”, ha aggiunto David Gaudu, raccontando di essere stato superato giovedì durante la ricognizione del percorso dalla squadra Uae e da Pogacar sul passo di Sormano, presagendo quello che sarebbe successo due giorni dopo. In realtà, tutti sapevano dove, quando e come sarebbe successo. E nessuno è stato in grado di far deragliare lo scenario previsto dell’implacabile superiorità di Pogacar.

Ora come ora, il dominio di Pogacar entusiasma gli appassionati, affascinati dalla potenza e dalla facilità con la quale lo sloveno si lancia in azioni d’altri tempi. Tuttavia è lecito chiedersi fino a quando questo entusiasmo sopravviverà all’inevitabile logorio che un dominio di tale portata rischia di trascinarsi appresso. Se quando Pogacar si presenta ai nastri di partenza di una gara, il risultato è già scritto (attacco a 100-50 km dal traguardo e arrivo in solitaria con un paio o più di minuti di vantaggio), verrà meno quella che è l’essenza del ciclismo, vale a dire la lotta testa a testa tra due o più protagonisti. Merckx vinceva molto anche perché gareggiava tantissimo, Indurain o Armstrong dominavano il Tour de France, ma la loro stagione era focalizzata sulla Grande Boucle e per il resto lasciavano campo libero alla concorrenza. Pogacar, per contro, spazio agli altri non ne lascia e vince ogni volta in cui sale in sella. E dopo un po’ di tempo, nello sport come in altri contesti della nostra società, chi troppo vince rischia di diventare antipatico. Ma non siamo ancora a quel punto. Pogacar può andare in vacanza sapendo di essersi messo alle spalle una stagione forse irripetibile. E se c’è qualcuno che può fare meglio, l’unico sembra essere proprio lo sloveno: prossimo obiettivo, la Classicissima di primavera, la Milano - Sanremo…

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2024-10-14T07:00:00.0000000Z

2024-10-14T07:00:00.0000000Z

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