Addio al pianista Alfred Brendel
Fu anche poeta, autore e compositore. Alfred Brendel, celebrità della musica classica internazionale, è morto a Londra all’età di 94 anni. Apprezzato per il suo approccio intellettuale e analitico alla musica, rinomato in particolare per il suo virtuosismo pianistico e per le sue interpretazioni di Beethoven, Schubert e Liszt, “è spirato pacificamente” nella residenza in cui abitava da anni nella capitale britannica, ha reso noto un suo portavoce.
Nato il 5 gennaio 1931 a Wiesenberg (Cecoslovacchia, oggi Loučná nad Desnou, Cechia), figlio unico di una famiglia di non-musicisti, Alfred Brendel si trasferì a Zagabria con i genitori quando aveva 6 anni e più tardi a Graz. Alla fine della Seconda guerra mondiale, 14enne, fu mandato in Jugoslavia a scavare trincee. Non ebbe mai lezioni di pianoforte regolari, ma partecipò a corsi di perfezionamento. Tenne il suo primo concerto pubblico all’età di 17 anni a Graz, unendo a quelle di Bach, Brahms e Liszt anche proprie composizioni. All’età di 21 anni incise il primo disco, il Concerto n.5 per pianoforte di Prokof’ev. Il successo vero e proprio arrivò nel post concerto alla Queen Elizabeth Hall a Londra: dopo averlo ascoltato suonare Beethoven, ben tre case discografiche contattarono il suo manager. Nello stesso periodo, Brendel si trasferì a Londra, e da quel momento cominciò a registrare molto e la sua fama crebbe.
Tra i primi a registrare l’integrale delle sonate e dei concerti beethoveniani, Brandel ha scritto libri e saggi sulla musica e non solo: si ricordano ‘Paradosso dell’interprete, Pensieri e riflessioni sulla musica’ (1976), l’antologia di poesie ‘Un dito di troppo’ (1998), ‘Alfred Brendel on Music: Collected Essays’ (2001) e ‘Abbecedario di un pianista. Un libro di lettura per gli amanti del pianoforte’ (2014).
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