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Hey Jude, una rovesciata per cambiare il destino La selezione di Gareth Southgate, salvatasi in extremis cont

dall’inviato Sebastiano Storelli

Stoccarda – Ecco cosa significa avere a disposizione talenti puri. L’Inghilterra è stata trascinata giù dall’aereo in direzione Londra dalla magia di Jude Bellingham e dall’opportunismo di Harry Kane, una coppia da 78 gol in stagione (51 per il bavarese, 27 per il madridista). Una rovesciata al 96’ e un colpo di testa all’inizio del primo tempo supplementare hanno ribaltato una generosa Slovacchia e regalato a Gareth Southgate il terzo quarto di finale consecutivo. E pensare, quando si dice il caso, che né Bellingham, né Kane avrebbero dovuto rimanere in campo fino al novantesimo… «Non ero pronto a tornare a casa, sono sempre stato convinto della possibilità di realizzare il gol del pareggio – ha affermato in sede di commento il tecnico britannico –. Certo non pensavo di dover aspettare così a lungo… Quando vedevo che le cose non andavano, mi sono chiesto se non valesse la pena dare nuovo fiato all’attacco, inserendo forze fresche al posto di Jude e Harry. Tuttavia, si tratta di un mossa da ponderare molto bene, alla luce del talento di questi giocatori. Così ho deciso di lasciarli in campo e si è rivelata essere la scelta giusta».

Il gol di Bellingham, da molti già paragonato, per l’importanza che potrebbe assumere nel contesto generale del torneo, a quello di Roberto Baggio ai Mondiali 1994 contro la Nigeria, è il primo nella storia ultracentenaria del calcio inglese ad aver salvato in zona Cesarini la permanenza dei Tre Leoni in una fase finale. In precedenza, la rete più vicina al triplice fischio finale l’aveva segnata Gary Lineker nei quarti di finale a Italia 90, quando su rigore aveva riagguantato sul 2-2 il Camerun (poi battuto nei supplementari da un’altra conclusione dal dischetto dello stesso Lineker). Tuttavia, in quell’occasione i giri sull’orologio erano “a ppena” 83 e se anche il rigore fosse stato sbagliato, sarebbe rimasto tempo a disposizione per rimediare. Domenica, invece, no. Sulla pista di Düsseldorf (l’aeroporto più vicino a Gelsenkirchen), il pilota aveva già acceso i motori e stava chiedendo alla torre di controllo l’autorizzazione per il decollo. Ma la rovesciata di Bellingham ha cambiato tutto.

Avrà cambiato anche l’Europeo di un’Inghilterra fino a quel momento estremamente deludente? La storia del torneo continentale, in verità, non abbonda di precedenti. Se prendiamo in considerazione i 20 gol più tardivi (il 20°, tra l’altro, è quello segnato da Breel Embolo all’Ungheria al 92’4 1”), soltanto due sono stati realizzati in una sfida a eliminazione diretta: quello del danese Martin Braithwaite al 93’02” degli ottavi di Euro 2020 (Galles - Danimarca 0-4) e quello di Sylvain Wiltord al 93’06” della finale di Euro 2000 (Francia - Italia 2-1 al golden goal). Uno solo, dunque, ha davvero mutato il corso degli eventi. A queste reti possiamo aggiungere le due che in questa edizione hanno cambiato le sorti di Italia e Turchia: quella di Mattia Zaccagni contro la Croazia al 98’, che ha regalato agli azzurri un ottavo di finale e alla Svizzera una notte da libri di storia, e quella di Tosun contro la Cechia al 94’, grazie alla quale la selezione di Vincenzo Montella ha blindato il secondo posto di gruppo.

In attacco talento imbarazzante

Ma torniamo all’Inghilterra, prossimo avversario della Svizzera. Sin qui, i Tre Leoni hanno ampiamente deluso. Come forse soltanto l’Italia ha fatto, con la differenza data dal diverso tasso tecnico tra i singoli delle due selezioni, ampiamente a favore degli inglesi. In particolare sul fronte offensivo, il talento a disposizione di Southgate è addirittura imbarazzante e oltre ai due salvatori della patria annovera gente del calibro di Saka, Foden (Mvp della Premier), Toney e Eze. Tuttavia, il c.t. non è per ora riuscito ad assemblare le varie pedine del puzzle, in particolare l’amalgama tra Bellingham e Kane. Il 21enne del Real Madrid è sin qui apparso a volte nervoso, spesso assente, con qualche atteggiamento sopra le righe anche con i compagni di squadra (il gestaccio dopo il gol alla Slovacchia, invece, a detta dello stesso Jude era indirizzato ad alcuni amici in tribuna e non, come sembrato, alla panchina avversaria), tanto da attirarsi le critiche di Christoph Kramer, campione del mondo con la Germania nel 2014 (quello dello scontro con l’argentino Garay, della commozione cerebrale, della perdita di memoria, della domanda all’arbitro Rizzoli se si trattasse davvero della finale del Mondiale…), il quale ha invitato l’attaccante madridista ad abbassare i toni da superstar.

Ultima vittoria firmata Sulser

Contro l’arsenale a disposizione di Southgate, la Svizzera partirà inevitabilmente sfavorita. Dall’1-1 di Wembley dell’8 giugno 1996, firmato su rigore da Kubilay Türkyilmaz (con il commento televisivo di quel gol che finì nella versione remixata di “Football is coming home”, inno di Euro 96), le due selezioni si sono sfidate altre dieci volte, con due pareggi e otto vittorie inglesi, inserendo tra queste pure quella ai rigori nella finale per il terzo posto di Nations League il 9 giugno 2019. Complessivamente, le sfide sono state 27, la prima il 20 maggio 1933 (0-4 per gli inglesi), con appena tre vittorie e cinque pareggi sul conto dei rossocrociati. Se contro l’Italia l’ultima affermazione era datata 1993, contro l’Inghilterra occorre risalire ben più in là nel tempo, fino al 30 maggio 1981 (qualificazioni mondiali), quando al St. Jakob la selezione di Paul Wolfisberg si impose 2-1 con reti di Alfred Schweiler e Claudio Sulser, titolare assieme a Gianpietro Zappa. E anche quella era una signora Inghilterra, con nell’undici di partenza gente del calibro di Ray Wilkins, Bryan Robson, Trevor Francis, Paul Mariner e Kevin Keegan.

Statistiche equilibrate

Nelle prime quattro apparizioni a Euro 2024, si diceva, l’Inghilterra ha faticato ben più della Svizzera, nonostante le mille statistiche offerte dall’Uefa – e che nel calcio valgono più o meno quanto il due di briscola – dicano che tra inglesi ed elvetici non ci sia tutta questa differenza. Certo, il possesso palla è a nostro sfavore (48% contro 62%), ma Kane e compagni si sono trovati ad attaccare tutta la partita contro una Slovenia che cercava il pareggio (78%) e contro una Slovacchia in vantaggio di un gol (63%), mentre i rossocrociati hanno difeso il gol i Ndoye contro la Germania (38%) e nella ripresa hanno lasciato sfogare un’Italia sdentata (48%). Nelle conclusioni a rete, invece, meglio la Svizzera con mezzo tiro in più (11,5 contro 11 a partita) e uno in più nello specchio della porta (4,5 a 3,5). Negli ottavi di finale, l’Inghilterra ha concluso 16 volte verso Dubravka, ma soltanto due palloni li ha messi all’interno dei 17,86 metri quadrati della porta avversaria, quelli dei due gol (escluso, dunque, il palo di Rice), mentre la Svizzera ha tirato l’identico numero di volte verso Donnarumma, ma oltre alle reti di Freuler e Vargas ha costretto il portierone azzurro a superarsi su Embolo e Rieder. Tra le altre statistiche, l’Inghilterra è in vantaggio sulla percentuale di passaggi riusciti (89,5 a 85,5), frutto soprattutto di uno sterile possesso palla rispetto alla verticalità del gioco rossocrociato, e nei palloni recuperati (37,75 contro 34,25), mentre nei tackle riusciti comanda la Svizzera (15,75 contro 11,75), numeri che la dicono lunga sull’efficacia del pressing alto con il quale Yakin ha ingabbiato tutti gli avversari (contro gli elvetici la Germania è stata costretta a effettuare sotto pressione ben il 70% dei suoi passaggi). Insomma, questa rimane un’Inghilterra dal grandissimo potenziale, per il momento quasi del tutto inespresso. Come contro l’Italia, per la Svizzera forse non c’è mai stata occasione migliore…

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2024-07-02T07:00:00.0000000Z

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