Centro educativo per minorenni, si parte
Il cantiere per la nuova struttura denominata Casa Vanoni in via Simen 11 a Molino Nuovo durerà circa tre anni. Potrà accogliere 47 giovani, tra i 3 e i 20 anni
Teresa Bisignani
“Un nuovo inizio per l’accoglienza ai bambini e ai giovani in difficoltà”, è con questo obiettivo in mente che la Fondazione Antonia Vanoni ha simbolicamente posato la prima pietra per un nuovo capitolo della sua lunga storia al servizio dei minori che vivono disagi familiari. La cerimonia, a cui è seguita una conferenza stampa, è avvenuta alla presenza delle autorità e della direzione della fondazione.
Il merito di questo progetto va dunque alla Fondazione Vanoni che, dopo più di quasi 160 anni di attività, ha dato simbolicamente inizio alla costruzione del nuovo Centro educativo per minorenni (Cem), anche nota come Casa Vanoni, in via Rinaldo Simen 11 a Molino Nuovo. Alla cerimonia hanno presenziato, oltre a numerosi partecipanti, anche le autorità, tra cui il consigliere di Stato, Raffaele De Rosa, l’Amministratore apostolico della Diocesi di Lugano Alain de
Raemy, la presidente del Consiglio comunale di Lugano, Benedetta Bianchetti, il direttore della Fondazione, Mario Ferrarini, e il presidente del Consiglio di Fondazione, l’avvocato Stefano
Camponovo.
La nuova struttura che tra poco meno di tre anni accoglierà giovani e famiglie vulnerabili rappresenta l’ulteriore sviluppo di una lunga storia, la cui origine risale all’opera di Antonia Vanoni, la quale, dopo un breve periodo in convento, nel 1867 iniziò ad accogliere orfane tra le mura della propria casa di via Nassa. Nel 1888, due anni prima di morire, la stessa Vanoni istituì la fondazione omonima che ha poi esteso la sua attività a tutto il Ticino. Ed è proprio da questo primo gesto di supporto offerto a giovani in difficoltà che si è potuti giungere alla costruzione della nuova sede denominata Cem. Come affermato dal presidente della fondazione, l’avvocato Camponovo durante il suo discorso: «Oggi cominciamo a costruire i muri, ma non ci interessano i muri, ci interessano le persone che staranno dietro quei muri. È il bello del Vanoni».
La nuova Casa Vanoni si ergerà su sette piani, ciascuno di 370 metri quadrati, il cui costo complessivo si aggira intorno ai 20 milioni di franchi, provenienti in parte dalla fondazione e in parte da fondi pubblici (Cantone e Confederazione). La struttura non vuole essere un semplice stabile amministrativo, infatti, al suo interno potrà accogliere 47 giovani, compresi tra i 3 e i 20 anni, di cui 35 in presa a carico residenziale e 12 in collocamento diurno. I giovani che verranno accolti sono ragazzi e ragazze che si trovano in situazioni di forte difficoltà famigliare, ed è proprio in questo contesto che si inserisce il Cem. Tra i servizi offerti dalla Casa Vanoni, vi è anche quello dell’accompagnamento delle famiglie, alle quali è stato destinato un appartamento. L’aiuto offerto nella futura struttura avverrà non solo grazie alla presenza di un’ équipe di specialisti, ma anche agli ambienti sicuri e aree dedicate all’educazione, al sostegno famigliare e alla socializzazione. Raffaele De Rosa, in veste di direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, nel suo discorso afferma che questo è «l’inizio concreto di un progetto che si trasformerà in una vera e propria casa per i minorenni provenienti da contesti familiari vulnerabili – continua De Rosa –. Una casa che, come un rifugio sicuro, offrirà loro accoglienza, calore e fiducia in un futuro migliore».
I lavori di costruzione, che dovrebbero durare circa tre anni, prevedono la consegna dell’edificio entro la fine del 2027. Il primo progetto è stato realizzato dagli architetti Enrico Sassi e Andrea Palladino, mentre la fase definitiva è stata curata dallo studio Cdl di Lugano. La nuova sede sorgerà all’incrocio tra via Petrini e via
Bagutti, in una zona inserita dall’architetto Mario Botta con le volumetrie e altezze (R7) a Piano particolareggiato. Casa Vanoni sarà dunque un edificio moderno, sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Inoltre a ogni piano della residenza saranno previste camere da letto singole, in cui i giovani ospiti potranno «crescere e trovare la propria strada in un ambiente protetto, in serenità e sicurezza», ha detto il direttore della Fondazione, Mario Ferrarini: la struttura è stata progettata con «ampi spazi dove i giovani potranno incontrarsi, confrontarsi e crescere insieme, supportati dagli educatori che li sosterranno in ogni fase del loro percorso».
LUGANO E DINTORNI
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2025-03-21T07:00:00.0000000Z
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