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Vinitaly

Roma – L’estate fuori stagione dei primi giorni di ottobre spinge la vendemmia italiana: il clima mite e asciutto favorisce la qualità del raccolto, grazie all’assenza di umidità e per le elevate escursioni termiche tra il giorno e la notte che contribuiscono ad arricchire il patrimonio di profumi e la qualità dei vini con le uve senza il rischio di muffe e marciumi. È quanto afferma la maggiore associazione di rappresentanza italiana, Coldiretti, in riferimento alla svolta tra i filari per la vendemmia 2023 dopo una stagione complessa dal punto di vista meteo che, fra maltempo e ondate di calore, ha tagliato la produzione nazionale stimata in calo di circa il 14% ma con crolli fino al 50% nel Centro-sud facendo segnare, per quelle aree, il peggior risultato del secolo. La raccolta in corso per il Sangiovese, il Montepulciano, i Trebbiani e i Lambrusco, spiega la Coldiretti, si protrarrà sino alla fine di ottobre per le varietà tardive come Cabernet, Aglianico, Nerello, Nebbiolo e nelle zone a quote più elevate come la Valtellina e l’Etna. La produzione italiana dovrebbe scendere intorno ai 43 milioni di ettolitri contro i 50 milioni registrati la scorsa stagione, facendo entrare il 2023 fra i peggiori anni della storia.

In base alle proiezioni, per la conquista del primo posto come produttore mondiale di vino si prospetta un testa a testa fra Italia e Francia, che sta facendo i conti con malattie della vite e maltempo, mentre la Spagna dovrebbe restare terza con 36,5 milioni di ettolitri e un calo dell’11% rispetto allo scorso anno.

L’ULTIMA

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2023-10-04T07:00:00.0000000Z

2023-10-04T07:00:00.0000000Z

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