Harris e Trump a caccia degli ultimi voti
Scampoli di campagna, focus sulla Pennsylvania. L’ex presidente minaccia dazi del 25% al Messico. Sondaggio dà la vicepresidente avanti di 4 punti
America alle urne per un duello all’ultimo voto in un clima teso, con lo spettro di incidenti, rivolte e contestazioni legali. L’allerta è massima, con recinzioni metalliche e barricate intorno alla Casa Bianca, a Capitol Hill e alla residenza della vicepresidente candidata presidenziale Kamala Karris (che un sondaggio Pbs News/Npr/Marist dà al 51%, contro un 47% per Trump: il vantaggio supera il margine d’errore di 3,5%): misure che ricordano quelle prese dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio da parte dei fan di Donald Trump. Mentre la guardia nazionale è già stata mobilitata a scopo precauzionale in alcuni Stati. Alcuni timori sono legati alla riorganizzazione di gruppi di destra pro Trump, tra cui i Proud Boys, in prima fila nell’attacco al Capitol. E a quanto potrebbe succedere se lui dichiarerà la vittoria a prescindere dal risultato, preparandosi a sfidare un’eventuale sconfitta nei tribunali e forse anche al Congresso. Rinnovando le accuse di brogli lanciate nel 2020, in particolare contro quel voto anticipato con cui circa metà Paese (lui compreso) ha già detto la sua: 80 milioni di elettori, contro i 158 complessivi del 2020. In ballo non c’è solo l’elezione del nuovo presidente ma anche il rinnovo del Congresso (la Camera per intero, il Senato per un terzo), che sarà decisivo per rafforzare o limitare e controllare i poteri del commander in chief. La più potente democrazia del mondo arriva al 5 novembre a conclusione di una campagna elettorale lunghissima, velenosissima e ricca di colpi di scena (vedi sotto). Una gara che tiene col fiato sospeso tutto il mondo e che segnerà un bivio comunque storico in America: Kamala potrebbe diventare la prima donna, per di più di colore, a entrare alla Casa Bianca mentre The Donald sarebbe il primo presidente dal XIX secolo a rivincere dopo aver perso il secondo mandato consecutivo, e il primo con una condanna penale. Ma per molti media e analisti potrebbe essere anche un bivio per la democrazia americana, dopo i ripetuti allarmi sul rischio di una deriva autoritaria con un bis di Trump.
È un testa a testa senza precedenti, sia a livello nazionale (dove Harris è leggermente avanti) sia nei sette Stati in bilico, quelli decisivi per la vittoria, con scarti sempre dentro il margine di errore. Nel loro ultimo giorno di campagna i due sfidanti hanno lanciato i loro appelli finali per conquistare gli indecisi e mobilitare la base. Harris ha scelto di fare due comizi in Pennsylvania, lo Stato in bilico più importante: prima a Pittsburgh e poi a Filadelfia, la culla della democrazia americana, insieme a Lady Gaga e Oprah Winfrey, due delle tante esponenti dello star system che la appoggia. Il suo staff ha fatto trapelare segnali di ottimismo, accusando Trump di chiudere la sua campagna «totalmente tra le tenebre e la rabbia». In effetti il tycoon, anche lui in Pennsylvania dopo una tappa in North Carolina (dove ha minacciato dazi al 25% sull’import del Messico se non ferma i migranti) e prima del comizio finale in Michigan, ha alzato i toni. Forse troppo anche secondo la sua campagna, che teme possa aver compromesso una vittoria già in tasca.
ESTERO / SVIZZERA
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2024-11-05T08:00:00.0000000Z
2024-11-05T08:00:00.0000000Z
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