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Saltano 55 posti di lavoro alla Rts Sciopero nei giornali di Tamedia

Ristrutturazioni e proteste nella Svizzera romanda

Il continuo aumento dei prezzi e le entrate commerciali in ribasso obbligano la Ssr a risparmiare 50 milioni di franchi nel 2025. In tale contesto la Rts ha annunciato ieri economie per 10 milioni, grazie in particolare alla semplificazione e all’ottimizzazione della produzione, la razionalizzazione dei palinsesti estivi delle radio e l’eliminazione di alcuni programmi sportivi e altri non prioritari. Verranno soppressi 55 posti di lavoro.

“Faremo tutto per limitare l’impatto sul personale e cercheremo di sfruttare il più possibile le fluttuazioni naturali”, ha detto il direttore della Rts Pascal Crittin, citato in un comunicato. Il numero di licenziamenti veri e propri dovrebbe essere inferiore a 30 su un totale di 1’800 persone. Il sindacato ha accettato la proposta della direzione di avviare una consultazione con il personale sul piano di risparmi.

I risparmi vanno ad aggiungersi a quelli già realizzati negli scorsi anni, a partire dal 2016. “Purtroppo non saranno gli ultimi”, sottolinea la stessa Rts nella nota. Nel 2026, sempre per le stesse ragioni, un nuovo programma in questo senso dovrà essere portato avanti. In seguito, a partire dal 2027, bisognerà far fronte all’abbassamento progressivo del canone proposto dal Consiglio federale. E saranno ancora dolori.

‘Distruzione delle redazioni’

Nei media privati non va meglio, anzi. Il personale delle testate francofone di Tamedia ha scioperato per un’ora ieri mattina a Ginevra e Losanna. Un centinaio di persone si sono riunite davanti alle redazioni della ‘Tribune de Genève’ e di ‘24 heures’. La protesta arriva due settimane dopo l’annuncio di un’importante ristrutturazione del principale gruppo editoriale svizzero. Tamedia prevede di cancellare 90 impieghi nelle redazioni e altri 200 posti di lavoro chiudendo le sue tipografie di Bussigny (Vd) e Zurigo. Giornali come la ‘Tribune’ e il ‘24 heures’ saranno particolarmente colpiti. Salterà un posto su quattro, forse uno su tre. La ristrutturazione segna la lenta morte della ‘Tribune de Genève’, che ha già perso un terzo dell’organico negli ultimi dieci anni, ha detto il rappresentante del personale Rocco Zaccheo. Il suo omologo di ‘24 heures’ Erwan Le Bec parla di «una vera e propria distruzione delle redazioni». La protesta ha riunito giornalisti, sindacalisti e dipendenti della tipografia di Bussigny. Presenti pure politici, tra cui la consigliera di Stato vodese Isabelle Moret, che ha parlato di «sconvolgimento senza precedenti». Il governo vodese ha incontrato i vertici di Tamedia per esprimere la sua «grande preoccupazione». Anche quello ginevrino ha visto la Ceo di Tamedia. Jessica Peppel-Schulz ha garantito che la ‘Tribune’ continuerà a esistere sia su carta che online. Quanto a lungo, non lo ha detto.

SVIZZERA / ESTERO

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2024-09-13T07:00:00.0000000Z

2024-09-13T07:00:00.0000000Z

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